Altra giornata incandescente per Mediaset. Dopo la sentenza del Tar, che ha annullato la multa da 51,4 milioni di euro dell’Antitrust per l’assegnazione dei diritti tv del campionato di calcio 2015-18, arrivano le considerazioni dell’amministratore delegato di Vivendi Arnaud De Puyfontaine, appena uscito da un’audizione tenutasi negli uffici della Consob, dove ha illustrato le mosse azionarie realizzate nel corso dell’ultima settimana.
“Ho sempre detto che volevo raggiungere un accordo (su Mediaset ndr), ancora lo voglio raggiungere ed adesso che siamo i secondi azionisti ci sono ancora più ragioni per cui dovremmo trovarlo”.
La Commissione aveva infatti convocato il ceo del gruppo francese per cercare di capire le sue intenzioni dopo la scalata effettuata negli ultimi giorni. Vivedì è ormai arrivata a ridosso della soglia d’Opa, salendo al 29,94% dei diritti di voto, una quota pari al 28,8% del capitale. Se la società transalpina non deciderà di fermarsi, il lancio di un’offerta pubblica d’acquisto diventerà inevitabile.
Nel corso dell’incontro, ha spiegato De Puyfontaine, Vivendi “ha avuto l’opportunità di illustrare con chiarezza la situazione e le azioni intraprese ispirate alla massima trasparenza e al pieno rispetto della normativa”. Se “Vivendi ha cominciato a costruire forti legami con queste fantastiche aziende italiane”, ha aggiunto l’ad – “l’abbiamo fatto perché ci sentiamo italiani come ci sentiamo francesi. Abbiamo una storia in comune, abbiamo un dna comune, una cultura neolatina”.
Il ceo ha inoltre sostenuto di credere ancora nella “possibilità” di costruire “un gruppo di media paneuropeo” che “sarebbe una grande notizia per ogni italiano e per ogni francese”.
Nonostante le dichiarazioni distensive pronunciata da De Puyfontaine, la tensione in casa Mediaset rimane molto alta. Ricordiamo che qualche giorno fa la famiglia Berlusconi ha presentato un esposto alla Consob, chiedendo alla Commissione di vigilare sulla scalata dei francesi, accertandosi che essa non rappresenti una manipolazione di mercato e un abuso di informazioni privilegiate. Mediaset si è anche rivolta all’Agcom, che ieri ha ascoltato le ragioni del Cfo dell’azienda, Marco Giordani.
Ancora da valutare inoltre gli ostacoli legali che potrebbero frapporsi tra Vivendì e la sua scalata. Secondo la legge Gasparri, le imprese di comunicazioni elettroniche che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono di acquisire ricavi superiori al 10% del sistema integrato delle comunicazioni (tv, radio, editoria), il cosiddetto Sic.
E proprio qui sorge il problema perché Vivendi possiede già il 23,8% di Telecom Italia e dunque il colosso transalpino potrebbe essere costretto a fare un passo indietro su Mediaset.