Anche Eni è riuscita ad entrare nel novero delle società che hanno passato lo step della prima gara post-sanzioni in Iran per ottenere importanti concessioni. Il gruppo ha sottoscritto nei giorni scorsi un accordo a breve, ma ora punta su contratti di ben altra portata. A riferirlo sono notizie di stampa anche se la Nioc (National iranian oil company) ancora non ha pubblicato ufficialmente la lista degli operatori selezionati.
Secondo le indiscrezioni sarebbero già 50 le compagnie che passano al secondo step, quello della creazione dei consorzi tra i vari gruppi e che obbligatoriamente prevede anche la presenza di un operatore locale. Il premio in palio è molto ricco poiché l’Iran conta di attrarre investimenti per 200 miliardi di dollari, dai sui progetti oil&gas, con l’obiettivo di portare la produzione a 4,7-5 milioni di barili al giorno in dieci anni. In particolare il giacimento di South Azadegan è dotato di riserve per 5 miliardi. Eni oggi guadagna lo 0,66% a 15,27 euro.
Di oggi è anche la notizia che la Procura di Milano ha chiuso le indagini per il caso Eni-Nigeria a carico di 11 persone fisiche e 2 società riguardante l’accusa di corruzione internazionale. Tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagini ci sono l’attuale ad di Eni, Claudio Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni e l’uomo d’affari Luigi Bisignani. Le due società indagate sono Eni e Shell.