Un pareggio che fa contenti soprattutto gli altri. L’Atalanta, certo, ma anche Napoli e Inter, che così possono provare a strappare punti davvero pesanti. Non può invece sorridere più di tanto il Milan, che vive questo 0-0 casalingo con i bergamaschi come una mezza sconfitta. La classifica resta più che buona, ci mancherebbe, ma il mancato appuntamento con la vittoria rischia di costare piuttosto caro: l’attuale terzo posto, in caso di successi di Napoli e Lazio, può diventare addirittura quinto. Che poi, tutto sommato, è più in linea con il reale valore dei rossoneri ma questo è un altro discorso e interessa poco a Vincenzo Montella. “Io sono contento di quello che stiamo facendo, abbiamo 5 punti di vantaggio sulla sesta e ci siamo meritati ogni singolo risultato – ha spiegato il tecnico dopo il match. – Ora spero di chiudere il girone d’andata con due vittorie, quello sì che sarebbe veramente un grande traguardo”. Ieri però è uscito solo un pareggio a reti bianche e questo nonostante una bella sfida, giocata su buoni ritmi e con diverse occasioni da una parte e dall’altra. Le più grosse sono capitate al Milan che però, oltre a non essere preciso e fortunato, ha avuto il demerito di crescere solo alla distanza.
Nel primo tempo infatti l’unica vera grande palla gol è arrivata al 45’ con Antonelli, bravo nella percussione ma sfortunato nel calciare sul palo a botta sicura. Prima di allora era stata l’Atalanta a rendersi più pericolosa con Petagna e Gomez, a conferma di un Milan un po’ piatto, quasi spaesato nella nebbia di San Siro. Nella ripresa invece i ritmi sono saliti e la squadra di Montella ha sfiorato più volte il gol: Bonaventura, Lapadula, Kucka e Bacca hanno fatto tremare la porta di Sportiello, senza però riuscire a bucarla. E così lo 0-0 finale lascia un po’ di amaro in bocca, oltre alla consapevolezza che il podio del campionato è ormai alla portata delle inseguitrici. Su tutte il Napoli, chiamato a battere il Torino (ore 15) per rientrare in zona Champions. Non solo: gli azzurri infatti, complice la sconfitta della Roma, possono rimettere nel mirino anche il secondo posto. Di mezzo però ci saranno i granata di Mihajlovic, desiderosi di riscatto dopo il derby perso della settimana scorsa.
Ma la squadra di Sarri non può proprio permettersi di sprecare una simile occasione, ragion per cui è lecito attendersi una prestazione agguerrita, sulla falsariga delle ultime con Inter, Benfica e Cagliari, che hanno ridato smalto a tutto l’ambiente. Questo pomeriggio, al netto dell’assenza di Koulibaly, vedremo la miglior formazione possibile, dunque 4-3-3 con Reina in porta, Hysaj, Maksimovic, Albiol e Ghoulam in difesa, Zielinski, Diawara e Hamsik a centrocampo, Callejon, Mertens e Insigne in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Mihajlovic, che risponderà con Hart, Zappacosta, Rossettini, Castan, Barreca, Benassi, Valdifiori, Baselli, Iago Falque, Belotti e Ljajic. Ad aprire la domenica di campionato sarà però l’Inter di Pioli, costretta a battere il Sassuolo per provare ad accorciare un po’ la classifica (ore 12.30).
I nerazzurri non hanno scelta: se vogliono davvero tentare la clamorosa rimonta verso l’Europa, come peraltro ripete spesso il loro allenatore, devono cominciare a far punti con maggiore continuità. Oggi poi l’occasione è ghiotta: il Sassuolo infatti ha tantissime defezioni, tra cui spiccano quelle di Berardi, Duncan, Politano, Biondini, Cannavaro e Magnanelli. Mezza squadra ai box dunque per Di Francesco, e una ragione in più per Pioli per non mancare l’appuntamento con la vittoria. Il tecnico nerazzurro confermerà il 3-4-2-1 già visto contro il Genoa, seppur con alcuni interpreti differenti. Dunque spazio ad Handanovic in porta, D’Ambrosio, Miranda e Murillo in difesa, Candreva, Brozovic, Melo e Ansaldi a centrocampo, Perisic e Joao Mario a supporto dell’unica punta Icardi. Formazione pressoché obbligata per Di Francesco, che risponderà con un 4-3-3 che vedrà Consigli tra i pali, Lirola, Antei, Acerci e Dell’Orco nel reparto arretrato, Mazzitelli, Sensi e Missiroli in mediana, Ricci, Defrel e Ragusa nel tridente offensivo.