Il Consiglio d’amministrazione di Unicredit ha approvato il Piano strategico 2016-2019, Transform 2019, che sarà presentato oggi agli analisti e agli investitori nel corso del Capital Markets Day a Londra.
Il piano prevede un aumento di capitale in opzione da 13 miliardi, interamente garantito da un consorzio guidato da UniCredit Cib, Morgan Stanley e Ubs in qualità di structuring advisor. Il pool include poi, come joint global coordinator, Bofa Merrill Lynch, Jp Morgan e Mediobanca, mentre Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs e Hsbc sono co-global coordinator e joint bookrunner. L’assemblea per il via libera all’operazione è convocata il 12 gennaio. Gli azionisti si dovranno esprimere anche sulla proposta di raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio nel rapporto di una nuova azione per ogni 10 possedute.
Il piano industriale prevede poi altri 6.500 esuberi netti entro il 2019, per una riduzione totale netta degli FTE (dipendenti a tempo pieno, ndr) di circa 14.000 unità entro il 2019. Il risparmio in termini di costi del personale è pari a 1,1 miliardi.
Inoltre, Unicredit punta a risparmi annui ricorrenti netti per 1,7 miliardi di euro dal 2019, un rapporto costi/ricavi del gruppo inferiore al 52% dal 2019, una migliore redditività con Rote (return on tangible equity) superiore al 9% dal 2019 e una politica di distribuzione dei dividendi cash compresa tra 20% e 50%. Al 2019 inoltre viene visto un costo del rischio del Gruppo a 49 punti base, in calo di 40 punti base rispetto al 2015.
Come annunciato l’11 luglio 2016, la revisione strategica ha riguardato tutte le principali aree della Banca al fine di “rafforzare e ottimizzare la dotazione di capitale del Gruppo, migliorarne la redditività, garantire una continua evoluzione delle attività di business e mantenere la flessibilità necessaria a cogliere tutte le opportunità di generazione di valore”.
Allo stesso tempo, il piano punta a “ottimizzare il capitale, a una riduzione dei costi, al cross-selling fra le diverse entità del gruppo e, soprattutto, all’ulteriore miglioramento della disciplina nella gestione del rischio”.
Nel dettaglio, gli obiettivi del piano sono i seguenti:
– Rafforzare e ottimizzare il capitale, per allinearsi ai coefficienti patrimoniali delle migliori G-SIFI.
– Migliorare la qualità dell’attivo, con misure incisive per affrontare i problemi italiani ereditati dal passato attraverso una riduzione proattiva del rischio, un aumento del tasso di copertura dei crediti deteriorati lordi (NPE) e un rigore ancora maggiore delle politiche di gestione del rischio, per migliorare ulteriormente la qualità dell’erogazione dei nuovi crediti.
– Trasformare il modello operativo, aumentare la focalizzazione sui clienti, semplificando e snellendo al contempo prodotti e servizi in modo da ridurre i costi delle attività per i clienti.
– Massimizzare il valore di banca commerciale, sfruttare il potenziale delle relazioni con i clienti retail e lo status di banca di riferimento (“go to”) per la clientela corporate in Europa Occidentale, rafforzare ulteriormente la posizione di leadership in Europa Centrale e Orientale e migliorare il cross-selling tra le linee di business e i Paesi.
– Adottare un Corporate Center di Gruppo snello, ma con forte potere di guida e KPI uniformi in tutto il Gruppo, per indirizzare e guidare i comportamenti manageriali, garantire responsabilità, funzioni di supporto più snelle e allocazione dei costi trasparente.
“Abbiamo sviluppato un piano pragmatico basato su presupposti prudenti, con obiettivi concreti e raggiungibili, in funzione di leve di gestione del rischio e dei costi che sono saldamente sotto il nostro controllo – ha commentato Jean Pierre Mustier, Amministratore Delegato di Unicredit – Stiamo attuando misure decise per gestire i problemi, ereditati dal passato, dei crediti deteriorati lordi (NPE) allo scopo di migliorare e sostenere la futura redditività corrente e diventare una delle banche più attrattive d’Europa”.
“Intendiamo trarre profitto dai nostri attuali vantaggi competitivi, quali la nostra esclusiva rete diffusa in Europa Occidentale, Centrale e Orientale, oltre a valorizzare i benefici del nostro lineare modello di Banca Commerciale (Commercial Banking) con un segmento Corporate & Investment”, ha concluso Mustier.
Quanto ai numeri, Unicredit punta a una posizione patrimoniale rafforzata in linea con le migliori G-SIFI1:
– Aumento di capitale in opzione per 13 miliardi di euro, interamente garantito in termini di ammontare subordinatamente ad usuali condizioni di mercato.
– Iniziative incisive già assunte nella gestione delle partecipazioni: Fineco, Pekao e Pioneer.
– Nel 2019 CET1 fully loaded superiore al 12,5%.
Attività di de-risking con rafforzamento dei tassi di copertura per superare le eredità del passato in termini di qualità dell’attivo.
– 12,23 miliardi di euro di poste straordinarie stimate nel 4Trim 2016, incluse rettifiche su crediti per 8,14 miliardi di euro e costi di ristrutturazione netti pari a 1,7 miliardi di euro.
– De -risking di 17,7 miliardi di euro di sofferenze lorde mediante un portafoglio cartolarizzato.
– Tasso di copertura dei crediti deteriorati lordi superiore al 54% nel 2019-
Ulteriore rafforzamento della disciplina di gestione del rischio con erogazioni future di migliore qualità.
– Costo del rischio del Gruppo per il 2019 a 49 pb, in calo di 40 pb rispetto al 2015.
Misure di efficienza e disciplina dei costi per ridurre significativamente il rapporto costi/ricavi e trasformare il modello di business.
– Risparmi annui ricorrenti netti per 1,7 miliardi di euro dal 2019.
– Rapporto costi/ricavi del Gruppo inferiore al 52% dal 2019.
Migliore redditività e nuova politica di distribuzione dei dividendi cash.
– RoTE superiore al 9% dal 2019.
– Politica di distribuzione dei dividendi cash compresa tra 20% e 50%.
Corporate Center snello ma con forte potere di guida per indirizzare la performance del Gruppo e assicurare responsabilità attraverso un monitoraggio rigoroso di KPI6.
– Creazione di un Corporate Center snello, ma forte che monitora i KPI assegnati alle divisioni.