Il Governo Gentiloni, dopo aver giurato ieri sera al Quirinale, ha incassato la fiducia della Camera dei Deputati: i sì a Montecitorio sono stati 368, contro i 105 no (i votanti erano 473, buona parte delle opposizioni ha abbandonato l’Aula prima del voto). Domani il nuovo esecutivo si sottoporrà al voto di fiducia al Senato.
In mattinata il nuovo premier aveva tenuto il suo discorso programmatico di fronte ai parlamentari, esortando il Parlamento al confronto politico: “Il Governo non sarà l’attore protagonista: spetta a voi onorevoli colleghi la responsabilità di promuovere iniziative e portarle avanti. Il governo solleciterà questa azione perché il nostro sistema ha bisogno con urgenza di regole elettorali certe e pienamente attuabili”, aveva detto Gentiloni.
“Lascio alla dialettica tra le forze politiche il dibattito sulla durata del nostro governo – ha continuato il nuovo Presidente del Consiglio – Per quanto ci riguarda vale la Costituzione: il governo dura fin quando ha la fiducia del Parlamento. Le consultazioni hanno evidenziato l’impossibilità di una convergenza generale su questo governo di responsabilità. Ne abbiamo preso atto, procediamo nel quadro della precedente maggioranza e ci auguriamo che possano arrivare convergenze più larghe su singoli provvedimenti.