Il Lider Maximo della rivoluzione cubana, Fidel Castro, è morto nella notte. Aveva 90 anni. Lo ha annunciato in tv il fratello Raul, attuale presidente di Cuba.
Comunque lo si veda, se ne è andata una figura storica, una delle più caratteristiche e riconoscibili di questo secolo e dello scorso. Nato il 13 agosto del 1926 a Biran, Castro si candidò alle lezioni presidenziali nel 1953, nell’anno del golpe del 10 marzo di Fulgencio Batista. Fidel organizzo l’assalto alla Caserma della Moncada, il 26 luglio 1953, ma i ribelli vennero catturati e 80 di loro fucilati.
Catro, condannato a 15 anni di prigione, si difese con il celebre discorso secondo cui “La storia mi assolverà”. Esiliato prima negli Usa e poi in Messico, conoscerà Ernesto Guevara, detto il Che, insieme al quale sbarca con 79 uomini a Cuba. Il gruppo viene decimato dalle truppe di Batista, ma negli anni successivi la loro guerriglia metterà alle corde il dittatore, fino a che nel gennaio del 1959 i “barbudos” e il loro leader non entreranno trionfalmente a L’Avana.
Da lì, per Cuba cambiò tutto. Da succursale commerciale degli Usa a Stato capace di sopravvivere all’embargo militare e alla “Baia dei Porci”. Fidel è stato visto per anni come uno dei grandi nemici degli Stati Uniti, e anche per questo la sua figura è stata fortemente divisiva: per alcuni un eroe, per altri un tiranno.
Sopravvissuto, a suo dire, a 600 attentati, Castro ha mantenuto il potere anche dopo il crollo dell’Unione Sovietica fino a che la sua salute, alla soglia degli 80 anni, non ha iniziato a presentargli il conto, spingendolo a lasciare il potere al fratello Raul, che ha iniziato una lunga transizione culminata nel “disgelo” bilaterale con gli Stati Uniti di Obama.
Il corpo di Fidel sarà cremato ma la sua memoria resterà a lungo a Cuba e nel mondo che lo piangono come un pezzo di storia del Novecento che se ne va.