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Bocconi: le mani della ‘ndrangheta su Milano, nell’edilizia ma anche in ristoranti e bar

Secondo una ricerca coordinata dalla Bocconi, dal 2010 ad oggi i reati di stampo mafioso nel settore economico sono in forte aumento – A Milano avanzata della ‘ndrangheta. Assipan lancia l’allarme sui venditori abusivi di pane – E il 22 novembre si terrà la giornata “Legalità, mi piace!”, organizzata da Confcommercio.

Bocconi: le mani della ‘ndrangheta su Milano, nell’edilizia ma anche in ristoranti e bar

Criminalità, abusivismo, infiltrazioni mafiose. Sono questi gli oggetti degli allarmi lanciati da Bocconi e da Confcommercio, che segnalano una crescita delle pratiche illegali in diversi settori, come in quello economico, dove, secondo uno studio coordinato da Bocconi e sostenuto dalla Camera di Commercio di Milano, l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore economico milanese sarebbe in crescita, dal 2010 ad oggi.

Secondo la ricerca coordinata dal professor Alberto Alessandri, che ha preso in esame tutti i 105 fascicoli avviati tra il gennaio 2000 e il dicembre 2015 presso la Procura della Repubblica di Milano per il reato di associazione di tipo mafioso, tra le organizzazioni è ormai la ‘ndrangheta a detenere il monopolio delle attività criminali a Milano e in Lombardia.

Negli ultimi sedici anni sono stati 1.251 i soggetti indagati nell’ambito dei 105 procedimenti avviati presso la Procura della Repubblica di Milano. Due i picchi dei procedimenti, nel 2006 e tra il 2010 e il 2014: se nel 2000 i fascicoli aperti dalla Procura sono stati 5 e nel 2001 solo 2, tra il 2010 e il 2014 il numero è di 43 procedimenti (16 dei quali solo nel 2014). Dei 384 indagati per i quali vi è stata una richiesta di rinvio a giudizio, 330 sono stati condannati con una sentenza di primo grado.

In un caso su quattro il sistema criminale s’infiltra nelle imprese: tra coloro che sono stati rinviati a giudizio, infatti, il 25,52% sono imprenditori (98 su 384). E’ un fenomeno ancora limitato se consideriamo le oltre 295mila imprese dell’economia milanese, ma in crescita dal 2010. Tra i settori, il più colpito è l’edilizia, con il 48% di imprenditori che operano in quell’ambito, seguito dal settore della ristorazione e gestione di bar o locali notturni (15%). Nel 24,2% dei casi il ruolo nell’organizzazione criminale dell’imprenditore indagato è quello di organizzatore e/o promotore dell’attività criminosa.

Quanto al tipo di reato commesso dagli indagati, le attività criminali più tipiche prevalgono di poco sui reati di tipo economico (53,7% rispetto al 46 ,3%). L’associazione di tipo mafioso più coinvolta nei procedimenti avviati a Milano, come detto, è la ‘ndrangheta, presente in ben il 78% dei procedimenti in cui vi è un’associazione italiana di tipo mafioso, mentre i nomi di Cosa Nostra e Sacra Corona Unita si ritrovano rispettivamente nel 10% e nel 3% dei fascicoli. In un 7% di casi compare una convergenza di interessi criminali tra più realtà associative di tipo mafioso (‘ndrangheta, Camorra, Cosa Nostra).

“La ricerca – ha concluso Alberto Alessandri – ha rilevato che oggi non può più parlarsi di un fenomeno di ‘infiltrazione’ della criminalità organizzata al Nord, quanto piuttosto di un ‘radicamento’ nell’economia lecita del Nord e più in particolare milanese”.

Un altro allarme è quello lanciato da Assipan-Confcommercio sulla abusivismo nel settore della panificazione. Secondo l’indagine dell’associazione, infatti, il 12,3% dei consumatori di pane lo acquista da venditori abusivi, come casolari di campagna e venditori lungo la strada su mezzi privati. Le vendite degli abusivi rappresenterebbero circa il 5% del totale del pane consumato ogni mese, per un valore mensile pari a circa 25 milioni di euro.

Ad aggravare la situazione è anche il sentiment dei consumatori stessi circa le problematiche di salute che l’acquisto di pane da rivenditori non autorizzati può provocare:il 62% è, infatti, preoccupato (al Sud la percentuale sale all’80%) e 1 consumatore su 4 addirittura non ha mai pensato a tale eventualità.

Situazioni diverse, dunque, ma accomunate da una mancanza di legalità. Legalità che è al centro della giornata organizzata da Confcommercio per il 22 novembre per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese: “Legalità, mi piace!”.  

La Giornata promuove e rafforza, afferma Confcommercio, la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. Saranno presenti, oltre al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Nel corso della giornata sarà presentata un’indagine di Confcommercio che analizza come sono cambiati i fenomeni criminali (furti, rapine, estorsioni, minacce, taccheggio) negli ultimi anni.

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