Qualcuno la chiama la Uber degli autobus, anche se non è proprio sharing economy quella proposta dalla app Flixbus, quanto un servizio low cost di trasporto passeggeri tra le più importanti città italiane (ha ottenuto 70 autorizzazioni dal ministero dei Trasporti, meno di un anno fa), a prezzi più competitivi e con uno standard di comfort paragonabile a quello di un treno ad alta velocità, con tanto di wifi gratuito a bordo. Un Milano-Roma ad esempio, la classica tratta che in treno ormai impiega meno di 3 ore ma con costi di decine di euro (circa 90 solo andata, se comprata a prezzo pieno), può essere offerta per pochi euro, persino con 1 solo euro a seconda dei giorni e delle offerte.
Il viaggio, oltretutto, non è affatto così tanto più scomodo: certamente è molto più lungo rispetto a quello di un treno ad alta velocità, ma tra le città non ancora collegate dalle Frecce la differenza di tempo è minima. Basti prendere l’esempio di un Roma-Genova: il Frecciabianca o l’Intercity impiegano non meno di 5 ore e mezza, poco meno delle 6,5/7 ore necessarie col bus.
Il business della startup nata in Germania, che nel frattempo ha anche fagocitato la rivale Megabus del colosso inglese StageCoach, potrebbe dunque decretare la fine soprattutto delle reti ferroviarie non coperte dall’altissima velocità, dunque gli Intercity. Ma quest tendenza non convince tutti: è già partita infatti una durissima levata di scudi dell’Anav, l’associazione delle aziende di trasporto viaggiatori aderente a Confindustria. Il presidente Giuseppe Vinella sostiene che Flixbus stia facendo dumping, ovvero mercato sotto costo, scaricando tutti i rischi di impresa sulle aziende partner (infatti la società non è proprietaria né dei mezzi né tantomeno assume direttamente i conducenti e il personale).
Queste ultime sono tenute in vita proprio da questa applicazione, ma allo stesso tempo non hanno alcun potere negoziale nella determinazione dei prezzi: le scelte vengono prese nel quartier generale di Monaco di Baviera. C’è poi preoccupazione anche da parte delle società ferroviarie, cioè Fs e Italo: la prima ha una controllata che si chiama Busitalia, tramite la quale potrebbe lanciare un proprio servizio low cost per fare concorrenza a Flixbus, mentre Ntv sta sperimentando l’intermodalità treno-bus con un biglietto unico integrato. L’esperimento parte con la stazione di Reggio Emilia (quella progettata dall’archistar Santiago Calatrava e coperta dall’alta velocità sull’asse Roma-Milano): da lì si può poi raggiungere in bus Cremona, Mantova, Modena, Parma e Carpi.