È arrivato il giorno delle elezioni americane. Il mondo aspetta di conoscere il nome del quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Mai come quest’anno l’esito del voto che si terrà l’8 novembre è tanto atteso e quanto temuto. Non solo dalla East alla West Coast statunitense, ma in tutto il globo terraqueo.
A sfidarsi saranno l’ex first lady e segretario di Stato Hillary Clinton per il Partito Democratico e il miliardario newyorkese Donald Trump per il Partito Repubblicano. Secondo gli ultimi sondaggi, dopo la pesante ingerenza dell’Fbi che, a pochi giorni dal voto, ha sorprendentemente deciso di intervenire a gamba tesa sulle elezioni presidenziali (rendendo nota l’apertura di un’indagine ai danni della Clinton e pubblicando dei documenti inediti relativi ad uno scandalo che ha colpito il marito Bill ben 15 anni fa) salvo poi precisare domenica 6 novembre che non ci sarà alcuna incriminazione, tra i due candidati è in atto un vero e proprio testa a testa.
Quanto la possibilità che Trump riesca a conquistare la Casa Bianca spaventi la politica, la finanza e i media internazionali è riassunto nelle parole pronunciate da Barack Obama pochi giorni fa in North Carolina: “Il destino del mondo traballa, è nelle mani degli elettori americani”. Un’affermazione che ben riassume quale sia il pensiero internazionale sul voto dell’8 novembre.
Ma per comprendere a pieno le presidenziali americane servono anche alcune nozioni pratiche, imprescindibili per capire come andrà e perché. Ecco dunque alcune informazioni che bisogna conoscere per prepararsi al voto statunitense.
ELEZIONI USA: PERCHE’ SI VOTA L’8 NOVEMBRE
L’8 novembre è martedì, un giorno che ai cittadini europei appare sinceramente un “po’strano” per un’elezione. Da noi è un’abitudine consolidata che un voto tanto importante venga fissato nel weekend allo scopo di permettere al numero più alto possibile di persone di recarsi alle urne. Anche la scelta del mese desta alcune perplessità. Ma la data stabilita ha una motivazione.
La scelta risale al 1845. All’epoca si scelse novembre per un semplice motivo: era il mese successivo al raccolto autunnale e cadeva “appena prima che la neve e il ghiaccio facessero chiudere le strade in molte zone del paese”. Dopo anni di dubbi, si decise inoltre che le elezioni si sarebbero dovute tenere il martedì successivo al primo lunedì di novembre. Oggi la data crea non poche difficoltà agli americani che sono costretti a recarsi alle urne in un giorno lavorativo. A causa di ciò molti cittadini hanno deciso di votare per posta nelle settimane precedenti all’8 novembre. Secondo le ultime stime circa il 30-40% dei voti saranno consegnati in anticipo o di persona o via posta, una percentuale doppia rispetto a quella registrata alle elezioni del 2000.
ELEZIONI USA: SI ELEGGE ANCHE IL CONGRESSO
Ciò che non tutti sanno è che martedì 8 novembre gli elettori americani non voteranno solo per eleggere il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America, ma anche per rinnovare il Congresso. Anche in questo caso il risultato delle urne sarà fondamentale per comprendere quali saranno gli equilibri politico-istituzionali nei prossimi anni. Dalla composizione del Parlamento americano dipenderanno anche i margini d’azione dell’inquilino della Casa Bianca. Non sempre il presidente americano ha potuto contare sulla maggioranza al Congresso, ponendo in essere una soluzione difficile da gestire come quella vissuta da Obama dopo le elezioni di metà mandato del 2014.
Da sottolineare che, pur tenendosi lo stesso giorno, presidenziali e congressuali sono due elezioni separate, quindi gli elettori hanno la possibilità di scegliere il presidente di un partito dando parallelamente la maggioranza al Congresso ad un altro partito.
Ricordiamo inoltre che il Parlamento Usa è suddiviso in due rami. La Camera dei Rappresentanti, composta da 435 deputati rappresentanti ognuno di un collegio, il cui mandato dura due anni (l’8 novembre del 2016 quindi saranno rinnovati tutti i seggi) e il Senato: 100 senatori, due per ogni Stato. Quest’anno si eleggeranno solo 34 senatori (si rinnova un terzo dell’Aula ogni due anni).
Infine, bisogna tenere in considerazione che subito dopo le elezioni si dovrà nominare almeno un giudice della Corte Suprema, il più importante organo giuridico del Paese.
ELEZIONI USA: COME SI VOTA?
Il funzionamento delle elezioni americane non è semplice come sembra. I cittadini Usa votano per il candidato alla presidenza, ma non lo eleggono direttamente. Gli elettori di ognuno dei 50 Stati e di Washigton DC eleggono i cosiddetti Grandi Elettori che compongono il Collegio Elettorale. Saranno questi ultimi che voteranno il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
I Grandi Elettori sono in tutto 538, e ogni Stato ne esprime un numero proporzionale alla sua popolazione. È per questo motivo che gli occhi sono puntati su Stati particolarmente popolosi come California, Texas, Florida, New York, che scelgono rispettivamente 55, 38 e 29 Grandi Elettori. In ciascuno Stato, il candidato che ha più voti si aggiudica tutti i Grandi Elettori. Per vincere, Clinton o Trump avranno bisogno di ottenere il voto di almeno 270 rappresentanti del Collegio elettorale. Nonostante la scelta sia successiva (19 dicembre) l’esito del voto diventa chiaro già nel giorno dell’Election day.
ELEZIONI USA: GLI STATI CHIAVE
Negli Usa ci sono degli Stati il cui voto è facilmente prevedibile perché tradizionalmente pende sempre e solo da una parte e anche perché uno dei due candidati gode di un supporto sufficiente da potersi considerare già vincitore. Questi ultimi vengono definiti Safe States.
A determinare la vittoria dell’uno o dell’altro candidato saranno dunque i cosiddetti Swing States, gli Stati in bilico, il cui voto è incerto fino all’ultimo. L’8 novembre a stabilire chi tra Hillary Clinton e Donald Trump occuperà la stanza ovale oltre agli Swing States per eccellenza (vale a dire Florida e Ohio), saranno New Hampshire, Virginia, Michigan, New Mexico, Colorado, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin, Georgia, Arizona, Nevada e Iowa.
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ELEZIONI USA: GLI ULTIMI SONDAGGI
Per quanto riguarda gli Swing States, RealClearPolitics ha effettuato una media tra i diversi sondaggi. Ecco quale sarebbe la situazione attuale:
– Florida: 44,5% Hillary Clinton – 45,5% Donald Trump
– Ohio: 44,3% Clinton – 46,8% Trump
– Virginia: 47,0% Clinton – 42,3% Trump
– Colorado: 43,7% Clinton – 41,3% Trump
– North Carolina: 46,3% Clinton 47,0% Trump
– Iowa: 40,3% Clinton – 41,7% Trump
– Nevada: 44,3% – Clinton 44,8% Trump
– Georgia: 42,3% – Clinton 48,0% Trump
– Wisconsin: 47,0% – Clinton 41,3% Trump
– Michigan: 47,0% Clinton – 40,0% Trump
– Pennsylvania: 47,2% Clinton – 41,2% Trump.
Ecco la mappa Stato per Stato:
(Fonte: RealClearPolitics)
A livello generale, secondo la media effettuata da RealClearPolitics, la riapertura delle indagini dell’Fbi sulle email di Hillary Clinton ha ridotto il vantaggio della candidata democratica su Donald Trump. In base alle ultime rilevazioni, l’ex first lady ed ex Segretario di Stato sarebbe in vantaggio sul miliardario newyorkese di 1,7 punti percentuali. Ad oggi Hillary Clinton arriverebbe al 47%, mentre Donald Trump si assesterebbe al 45,3%.
Più cospicuo il vantaggio dell’ex segretario di Stato secondo le rilevazioni condotte da Abc/Washington Post a 48 ore dal voto: Clinton potrebbe contare attualmente sul 48% delle preferenze a fronte del 43% di Trump. Ancora differenti le percentuali indicate da Politico/Morning Consult per cui la candidata democratica è avanti 45% a 42%. Ad ampliare il divario non avrebbe contribuito solo il recente passo indietro dell’Fbi, ma soprattutto il voto degli elettori ispanici che nel corso del fine settimana avrebbero votato in massa, sfruttando la possibilità di voto anticipato.
Elezioni USA: GLI ORARI CRUCIALI
Chiunque voglia seguire in diretta le elezioni presidenziali americane dovrà tenere conto non solo del fuso orario esistente tra Usa ed Europa, ma anche di quello tra i vari Stati che compongono gli Stati Uniti d’America. A livello generale, ecco gli orari da non dimenticare
– 06:00 American East Coast – 12:00 in Italia: sarà l’orario in cui si apriranno i seggi nella East Coast (New York, Washington, Boston, Filadelfia, Miami, ecc).
– 09.00 American West Cost – 15.00 in Italia: aprono i seggi della West Coast, dallo Stato di Washington, all’Oregon alla California. Gli ultimi a recarsi alle urne saranno gli elettori di Alaska e Hawaii, sei ore indietro rispetto a New York.
– 19:00 Usa – 01:00 in Italia: chiudono i primi seggi in Georgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia. Quest’ultimo figura tra gli Swing States e consentirà di capire per la prima volta l’andamento delle elezioni Usa.
– 19.30 Usa – 1.30 in Italia: Chiudono i seggi in North Carolina, West Virginia e Ohio, uno degli Stati chiave per la vittoria finale.
– 20.00 Usa – 2.00 in Italia: sarà a quest’ora che la situazione diventerà calda e cominceremo a capire l’andamento reale delle elezioni. I seggi chiudono in tutto in 16 Stati tra cui Pennsylvania e Florida e nel District of Columbia dove si trova la capitale Washington.
– 21.00 Usa – 03.00 in Italia: Urne chiuse in ulteriori 14 Stati. Comincerà la pioggia di dati.
– 23:00 Usa – 05:00 in Italia: seggi chiusi in California e in altri 4 Stati. E’ questo il momento in cui potrebbe arrivare l’annuncio della vittoria.
– 1.00 Usa – 07-00 in Italia. Chiudono i seggi in Alaska che è l’ultimo Stato a votare. Gli ultimi seggi, quelli nella regione più occidentale, chiudono quando sulla East Coast è già mercoledì 9 novembre. Tocca anche alle Hawaii, le cui urne chiudono quando a New York è mezzanotte.