L’Unione europea e il Canada hanno firmato ieri l’accordo di libero scambio (Ceta) dopo giorni di paralisi a causa della diatriba interna al Belgio, dove i vari parlamenti regionali, primo tra tutti quello vallone, erano contrari al trattato.
L’intesa, che eliminerà il 99% dei dazi doganali tra l’Unione e Ottawa, entrerà in vigore in modo provvisorio e parziale nei prossimi mesi, una volta ratificata dal Parlamento europeo e dal Canada. Diventerà definitiva solo quando sarà stata approvata da tutti i parlamenti nazionali e regionali dell’Ue.
“L’accordo che abbiamo appena firmato è un segnale positivo perché l’alternativa al libero commercio non è altro che il ritorno del nazionalismo e della violenza”, ha commentato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
“Non sono venuto a Bruxelles per uccidere gli standard lavorativi – ha detto invece il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker – dopo essere stato ministro del Lavoro 17 anni nel mio paese. Questo trattato non introduce precarità o flessibilità senza limiti”.
Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha aggiunto che il Ceta sarà “un modello per il futuro”.
Ecco in sintesi, ecco cosa prevede il Ceta:
SPAZIO UNICO DI LIBERO COMMERCIO
L’Accordo Economico e Commerciale Globale, meglio noto come Ceta dal suo acronimo in inglese, unirà circa 35 milioni di canadesi e circa 510 milioni di europei in unico spazio di libero commercio. In sostanza saranno cancellate circa 9mila tariffe.
UE SECONDO PARTNER COMMERCIALE DEL CANADA DOPO GLI USA
L’Ue è per il Canada il secondo partner commerciale dopo gli Usa e rappresenta quasi il 10% del suo commercio estero. Il Canada è il 12mo partner commerciale più importante dell’Ue. Il volume degli scambi di merci tra Ue e Canada ha raggiunto nel 2015 i 53 miliardi di euro l’anno, 28 miliardi in servizi. La Commissione Ue stima che con il Ceta gli scambi possano aumentare di 12 miliardi l’anno. Nel 2012 gli investimenti europei in Canada ammontavano a circa 260 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti canadesi nella Ue hanno superato i 142 miliardi di euro.
ELIMINAZIONE DI QUASI TUTTI I DAZI, MA NON PER I PRODOTTI ‘SENSIBILI’
Il Trattato prevede la rapida eliminazione di quasi tutti i dazi doganali. Entro 7 anni dall’entrata in vigore non ci sarà più alcun dazio doganale sui prodotti industriali e sulla quasi totalità dei prodotti agricoli ed alimentari (inclusi vino ed alcolici). La soppressione dei dazi doganali non interesserà i prodotti considerati ‘sensibili’, come la carne di bovino e di maiale canadesi esportati in Ue. L’accordo garantirà inoltre una protezione aggiuntiva a 145 prodotti europei con denominazione di origine controllata.
CHIAVI DI LETTURA
Il Canada ottiene maggiore e miglior accesso a un mercato di 500 milioni di persone, con vantaggi per le sue imprese che non hanno altre grandi potenze come gli Usa o il Giappone. Gli europei risparmieranno più di 500 milioni di euro l’anno in tariffe doganali. La protezione dei brevetti europei in Canada passa da 20 a 22 anni, si rafforzano il diritto d’autore, migliora la convalida dei titoli universitari e professionali, più facile l’espatrio di lavoratori.
ACCESSO AGLI APPALTI PUBBLICI CANADESI PER LE AZIENDE EUROPEE
Per le imprese europee aumenteranno le quote di accesso agli appalti pubblici in Canada, in settori come le telecomunicazioni, l’energia, i trasporti, anche a livello di città e province che gestiscono una parte importante della spesa pubblica (un notevole passo in avanti, perché è già assicurato un ampio accesso ai mercati europei alle imprese canadesi).
SICUREZZA ALIMENTARE E AMBIENTALE
L’accordo non modificherà le regole europee su sicurezza alimentare o protezione dell’ambiente, perché le aziende canadesi non potranno esportare prodotti che non rispettino le norme dell’unione. Non sarà permesso l’export canadese di organismi geneticamente modificati né della carne bovina trattata con ormoni della crescita.
LE PERPLESSITÀ
I movimenti di sinistra e no-global hanno criticato il Ceta innanzitutto per l’opacità con cui è avvenuto il negoziato; lo considerano inoltre il ‘cavallo di Troià dell’accordo Ttip e ritengono che porti vantaggi alle multinazionali ma non ai cittadini.
L’ambito che ha destato maggiori tensioni e che ha creato lo stallo per l’opposizione del Parlamento regionale belga della Vallonia è stato quello degli arbitraggi. L’accordo prevede infatti che le multinazionali che si ritengano penalizzate da una qualche decisione dello Stato ospite (una decisione che abbia cambiato le condizioni stabilite nell’intesa iniziale) possano cercare una soluzione della controversia con una conciliazione o un arbitrato.
È il meccanismo che ha consentito per esempio alla multinazionale del tabacco Philip Morris di agire contro l’Uruguay per la sua politica contro il tabagismo e al gigante minerario Oceanagold di portare dinanzi alla giustizia El Salvador che gli aveva negato un permesso di esplorazione per motivi ambientali.
Proprio per le perplessità che suscitavano gli arbitraggi privati, si è stabilito che saranno Ue e Canada a scegliere i 15 giudici dell’ICS, Investment Court System, le cui udienze saranno pubbliche e che dovranno risolvere le controversie. Si sono inoltre rafforzati i codici di condotta ed è stato introdotta la possibilità di appello.