La battaglia del Governo italiano guidato da Matteo Renzi per ottenere una maggiore flessibilità dall’Unione europea è una battaglia giusta. A dirlo è un editoriale del Financial Times che si schiera con la decisione dell’esecutivo italiano di aumentare il deficit, invece di ridurlo come prescritto dall’Ue, e con le richieste mosse dal premier italiano alla Commissione.
L’Italia, infatti, è uno dei Paesi la cui legge di Bilancio 2017 è finita nel mirino della Commissione europea, che ha chiesto di modificarla per via dell’eccesso di disavanzo, in rialzo al 2,3% invece che in calo all’1,8% come previsto lo scorso anno, e per via dell’aumento del deficit strutturale, che aumenterà dell’1,6% nel 2017.
Anche se le motivazioni addotte da Renzi per queste differenze, ovvero le spese eccezionali legate ai terremoti e alla questione migranti, sono, secondo il Financial Times, piuttosto deboli (visto che le spese relative ai due casi sono relativamente piccole) il quotidiano appoggia nel merito le richieste del premier italiano e le sue scelte in campo economico.
“La politica fiscale espansiva, consentita da una politica monetaria accomodante – si legge nell’editoriale del Financial Times – ha aiutato la crescita dell’economia italiana nel recente passato. L’Italia ha un sostanziale margine di manovra da sfruttare, visto che anche con l’aumento del deficit previsto il suo disavanzo rimane al di sotto del tetto del 3%, con Btp decennali ben sotto il 2% di rendimento”.
Piuttosto che tagliare il deficit, secondo il quotidiano britannico, Renzi potrebbe inserire nella legge di bilancio misure volte al taglio delle tasse, come l’anticipo al 2017 della riduzione dell’Irpef programmata per il 2018 e l’allargamento della base imponibile Iva.
“L’Italia, che fino a pochi anni fa stava precipitando in una piena crisi di debito – conclude il Financial Times -, sembra essere diventata più solida grazie anche a una politica fiscale di sostegno. Matteo Renzi ha ragione. Un tentativo prematuro di schiacciare il deficit sarebbe controproducente”.