Piazza Affari ha deciso di anticipare la festa di Halloween. Protagonista Monte Paschi, che si è impegnato a procurare i brividi agli investitori nel giorno della presentazione del piano approvato dal Cda. Il titolo è partito di gran carriera con un rialzo di oltre il 20% nella scia della maxi performance (+100% circa) realizzata dallo scorso 17 ottobre, per poi imboccare la strada del ribasso proprio mentre il numero uno della banca senese esponeva il business plan fino al 2019 ad analisti e gestori.
Alla fine le azioni di Mps hanno accusato una flessione del 14,99%, attestandosi a 0,29 euro, su volumi pari al 12% del capitale. Nel complesso, gli analisti promuovono il piano industriale (seppur molto ambizioso) ma lamentano l’assenza di segnali sia sui protagonisti che sulle modalità del rilancio del Monte, specie per quel che riguarda il nuovo patrimonio (5 miliardi).
“Oggi è difficile dare giudizi senza conoscere le condizioni di conversione delle subordinate o senza la certezza dell’esistenza di anchor investor”, ha dichiarato un gestore. “Il messaggio emerso dalla presentazione sembra consigliare di andare long sui bond di Mps e di essere short sulle azioni”, aggiungono da Hammer Partners.
MULTA RECORD PER VOLKSWAGEN IN USA: 14,7 MILIARDI DI DOLLARI
Non solo Monte Paschi. La giornata di ieri sarà ricordata negli annali della finanza per la pesante multa, oltre 14 miliardi di dollari, inflitti dalla giustizia americana a un colosso tedesco. No, non si tratta di Deutsche Bank, bensì di Volkswagen. Il giudice Charles Breyer di San Francisco ha accettato la proposta di risarcimento del gruppo nei confronti dello Stato Federale, della California e di 475mila proprietari di vetture diesel incriminate. Il tutto per 14,7 miliardi di dollari.
Si tratta della multa più pesante mai pagata da un costruttore di auto, ma occupa solo il terzo posto assoluto dietro la maxi penalità inflitta alle ditte del tabacco (246 miliardi del 1998) e quella a Bp (56 miliardi nel 2010) per l’inquinamento del golfo del Messico.
FRENANO LE VENDITE (-9% NEL TRIMESTRE): APPLE SI AFFIDA AL NATALE
La giornata si è chiusa con un ultimo flop. Come da previsioni, per la prima volta da più di dieci anni, sono in calo le vendite di Apple: -9% nell’ultimo trimestre, -8% a 215,6 miliardi per l’intero anno fiscale, a causa dell’accoglienza tiepida del mercato per l‘i Phone 6 S. La Mela ostenta sicurezza: nel trimestre in corso, che comprenderà le vendite di Natale, il fatturato salirà di almeno un punto percentuale, tra i 76 e i 78 miliardi di dollari (+1%), grazie al successo di iPhone 7, ma anche dei servizi di Apple Store e Apple Music, diventati la seconda fonte di entrate del gruppo (+24,6%), come ha sottolineato il cfo Luca Maestri.
Anche la Cina, dopo un tonfo del 30%, è in netto recupero ma il vantaggio competitivo sulla concorrenza, come dimostra la redditività inferiore alle previsioni, si sta riducendo: i profitti della holiday season saranno, secondo l’azienda, inferiori alle attese degli analisti. Nel dopo Borsa il titolo arretra del 2,79%, a 114,95 dollari, contro i 118,25 della chiusura.
ASIA E PETROLIO IN CALO. TONFO DI WHIRLPOOL (-11,2%)
In calo le Borse asiatiche: Tokyo e Shanghai -0,2%, Hong Kong -0,3%. A New York i listini hanno registrato una correzione al ribasso: Dow Jones -0,25%, S&P -0,35%. Giù anche il Nasdaq (-0,53%).
Continua l’ascesa del dollaro, a nuovi massimi da tre mesi sia nei confronti dell’euro (1,0851 +0,2%) che dello yen (104,51%). La sterlina ha toccato il minimo a 1,2082. La forza del dollaro, combinata con l’aumento delle scorte ha causato un nuovo calo del petrolio. Il greggio Wti è sceso sotto i 50 dollari, Brent a 50,31.
Deludono i conti di alcuni leader dell’industria. Precipita Whirlpool (-11,2%) dopo aver rivisto le stime di fine anno. Lo stesso vale per l’immobiliare Sherwin-Williams (-10,89%). I due segnali sono stati interpretati come spie della frenata del mercato delle nuove abitazioni.
Giù anche General Motors (-4,3% dopo i conti), così come Caterpillar (-1,7%). Il risultato più brillante è stato quello di Procter & Gamble (+3,9%). I ricavi netti sono stabili a 16,5 miliardi di dollari, in linea con le stime. Invariato anche l’Ebit a 3,77 miliardi di dollari. L’utile netto è aumentato del 4% a 2,7 miliardi di dollari.
DRAGHI INSISTE: IL QE NON SI CAMBIA, MILANO -0,4%
Dopo una lunga striscia di più, torna il segno meno nell’azionario europeo. Intanto Mario Draghi è tornato a rispondere alle critiche in arrivo dalla Germania. “Non ci sono segni che i bassi tassi d’interesse stiano spostando rendite finanziarie dai Paesi più forti verso i paesi più deboli, come spesso viene sostenuto”, ha detto il Presidente della Bce durante un discorso a Berlino.
Perciò non si cambia rotta: “Guardando in avanti, rimaniamo impegnati a mantenere un grado molto rilevante di politica monetaria espansiva, necessaria per una convergenza dell’inflazione verso livelli inferiori, ma prossimi, al 2%”. Parole che sembrano andare in direzione di un’ulteriore rinvio della scadenza del quantitative easing. Draghi ha notato che “il basso livello dei rendimenti nominali e reali ovunque” è l’elemento saliente della politica monetaria.
Milano ha chiuso in calo dello 0,4%, fermandosi a quota 17.230 punti. L’Italia ha ricevuto la lettera con la quale la Commissione europea chiede chiarimenti sulla legge di Bilancio. Il premier Matteo Renzi ha ribadito che “la manovra non si cambia”.
In terreno negativo Madrid (-1,1%), Parigi (-0,5%) e Francoforte (-0,1%). Al rialzo, invece, Londra (+0,33%), in scia al calo della sterlina, che ha supportato i titoli internazionali che generano ricavi fuori dal Paese. La giornata ha visto, infatti, la moneta britannica perdere terreno sul dollaro Usa fino a raggiungere un minimo a 1,2083.
ALL’ASTA 8,5 MILIARDI DI BTP. L’AUSTRIA LANCIA UN TITOLO A 70 ANNI
Chiusura piatta per il secondario italiano. Oggi il Tesoro metterà a disposizione degli investitori tra 750 milioni e 1,5 miliardi di Btpei a 10 e 15 anni nel primo dei collocamenti di fine mese. Venerdì, invece, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori un totale tra 7 e 8,5 miliardi in titoli a medio-lungo, tra cui il nuovo CctEu 15 febbraio 2024.
Intanto, l’Austria ha lanciato il suo primo bond a 70 anni, emesso per 2 miliardi di euro, con un libro ordini che ha chiuso a oltre 7,8 miliardi di euro e il rendimento del titolo con scadenza novembre 2086 fissato a 53 punti base su quello del trentennale febbraio 2047.
MARCHIONNE ALZA I TASSI. “NEL 2016 NON VENDEREMO NIENTE”
Fiat Chrysler ha messo a segno un ottimo terzo trimestre con un utile netto rettificato di 740 milioni. Inoltre la società ha rivisto al rialzo le stime di utile operativo per l’anno in corso: il 2016 si dovrebbe chiudere a 5,8 miliardi di euro, 300 milioni di euro in più della precedente indicazione grazie alla “forte performance operativa dei primi nove mesi”. Confermate, invece, la stima sui ricavi netti a oltre 112 miliardi di euro e quella su un indebitamento netto industriale al di sotto dei 5 miliardi di euro anche se dalla fine di giugno, il debito industriale è salito di un miliardo di euro a 6,51 miliardi: la società ha confermato che a fine anno scenderà.
“C’è quasi il 100% di certezza che nessun accordo sarà realizzato durante il quarto trimestre”, ha affermato l’ad, Sergio Marchionne, durante la conference call sui risultati trimestrali, in merito alla possibile vendita entro la fine dell’anno di Magneti Marelli alla coreana Samsung o di Comau.
Peraltro “non ho mai detto che queste attività sono in vendita e non ho mai fatto riferimento a un accordo, in particolare con Samsung. Sono questioni interne, il dialogo continua”, ha puntualizzato il ceo. Il gruppo riceve “approcci costanti da numerosi diversi acquirenti” interessati alle sue controllate, ma l’ad ha garantito che il gruppo non effettuerà “alcuna cessione forzata”.
Quanto all’Alfa Romeo “sta andando bene” e “i piani” per il brand “stanno andando come ci aspettavamo”, ha assicurato Marchionne. In particolare, la Giulia sta avendo ottimi risultati e per il marchio Alfa “abbiamo in programma un grande lancio con il primo suv, che ci auguriamo di presentare al salone dell’auto di Los Angeles”.
SAIPEM, RIPRESA SOLO NEL 2008 (FORSE)
Saipem -3,8% prima dei conti annunciati ieri sera a Borsa chiusa. La trimestrale della oil equipment scivola in rosso per 1,925 miliardi di euro nei primi nove mesi (1,978 miliardi nel terzo trimestre), a causa di svalutazioni. Confermata la guidance 2016: ricavi a circa 10,5 miliardi, Ebit adjusted intorno a 600 milioni, netto adjusted intorno a 250 milioni e debito netto a circa 1,5 miliardi. La società prevede per il 2017 ricavi a circa 10 miliardi, Ebitda intorno a 1 miliardo, utile netto sopra 200 milioni e debito netto sotto 1,4 miliardi.
“Il recupero del mercato è ritardato al 2017 e oltre. È difficile dire se il 2018 sarà l’anno della ripresa”, ha detto il Cfo, Giulio Bozzini, in una call. Il piano strategico approvato dal Cda di Saipem al 2020 prevede la riduzione di 800 posti di lavoro in Europa. Il debito netto al 30 settembre 2016 si riduce a 1.673 milioni di euro da 5.390 milioni di euro al 31 dicembre 2015 in seguito all’operazione di aumento di capitale da 3,5 miliardi realizzata nel primo trimestre dell’anno.
Bene invece le trimestrali del lusso. Luxottica +4,4%: il titolo sale dopo i risultati del terzo trimestre, con un fatturato in aumento dell’1,2%, in linea con le attese. Tod’s +4,5%: nel corso della conference call il direttore finanziario Emilio Macellari ha detto che l’anno dovrebbe chiudersi con ricavi in lieve calo, circa il 2% anno su anno, ovvero in linea con le aspettative del consensus. Il manager ha affermato che qualche miglioramento nelle vendite si dovrebbe vedere a partire dalla fine del 2016.
Tonfo di Ynap (-3,5%) nonostante la scelta di Kepler Cheuvreux di alzare il target price da 28 a 32 euro, confermando la raccomandazione buy.
BLACKROCK OLTRE IL 5% IN TELECOM, BANCHE DEBOLI
Telecom Italia +0,7% in una mattina di rialzi diffusi nel settore Telecomunicazioni europeo: l’indice EuroStoxx Tlc avanza del 2% guidato dalla francese Orange: la ex France Telecom sale del 4,8% dopo avere annunciato buoni risultati del terzo trimestre. Deutsche Telekom guadagna il 3,4%. Blackrock è di nuovo risalita sopra la soglia del 5% in Telecom Italia, attraverso azioni e derivati per una partecipazione del 5,065%.
Battuta d’arresto per le banche in sintonia con il calo di Mps. Unicredit perde il 3%, Intesa -0,1%, Ubi-3,6%, Banco Popolare -3%, Banca Pop. Emila -4,1%, Banca Pop. Milano -2,7%.