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Lavoro: più assunzioni nei servizi avanzati. Troppe irregolarità

Un rapporto della Uil sugli accessi ispettivi del ministero del Lavoro sulle aziende italiane riporta che negli ultimi dieci anni sarebbero stati evasi 16 miliardi fra contributi e premi del lavoro sommerso – Ogni anno rilevata la presenza di 250mila lavoratori irregolari – I controlli hanno portato alla sospensione dell’attività di 5.483 aziende – Unioncamere: il 20% delle aziende ha assunto o assumerà dipendenti.

Lavoro: più assunzioni nei servizi avanzati. Troppe irregolarità

Luci e ombre nel mondo del lavoro italiano. Da un lato i dati raccolti dal ministero del Lavoro e dai sindacati, che rilevano l’altissimo tasso di irregolarità nelle assunzioni e nelle contrattualizzazioni delle nostre aziende. Dall’altro i numeri registrati da Unioncamere, che segnano una dinamica in miglioramento sul fronte del numero di assunzioni.

Rapporto Uil/Ministero del Lavoro
Il 65,5% delle aziende ispezionate dal Ministero del Lavoro nei primi nove mesi del 2016 hanno fatto registrare delle irregolarità nei contratti e nella modalità di lavoro lavoro. A dirlo è uno studio del sindacato confederale UIL, che analizza i risultati degli accessi ispettivi condotti da Ministero del Lavoro, INPS e INAIL, secondo cui in dieci anni sarebbero stati evasi 16 miliardi fra contributi e premi del lavoro sommerso, equivalente ad un mancato introito di 1,5 miliardi all’anno e pari ad una Finanziaria di media grandezza.

Ogni anno, in media, le ispezioni hanno rilevato la presenza di 250mila lavoratori irregolari, perlopiù lavoratori in nero, che rappresentano il 43% degli irregolari. Si tratta, secondo il segretario confederale Guglielmo Loy, di una “condizione patologica che caratterizza il nostro Paese” e che fa il paio con il rapporto dell’Istat, pubblicato qualche giorno fa, che quantificava in 211 miliardi di euro il peso dell’economia sommersa in Italia.

Secondo il rapporto si sta “professionalizzando un sistema, al quale accedono purtroppo troppi datori di lavoro, nell’aggirare, attraverso forme apparentemente legali, le disposizioni, sia normative che contrattuali”. Per esempio part-time finti, le co.co.co a forte odore di prestazioni da lavoro subordinato, cooperative che gestiscono servizi global service con condizioni di lavoro con tutele fuori dagli standard contrattuali e la sostituzione dei voucher ai rapporti di natura subordinata.

“L’alto tasso di irregolarità riscontrato tra le aziende ispezionate – osserva il Ministero del Lavoro Giuliano Poletti – conferma il continuo miglioramento della delicata fase di pianificazione dell’azione ispettiva, orientata in senso ‘qualitativo’, in quanto mirata a obiettivi preventivamente e accuratamente selezionati e caratterizzati da fenomeni patologici particolarmente rilevanti ai fini ispettivi”.

I controlli del ministero hanno portato a provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di 5.483 aziende a causa dell’impiego di personale non dichiarato in misura pari o superiore al 20% di quello presente al momento della visita ispettiva. Nell’anno in corso sono stati accertati fenomeni di esternalizzazione irregolare dei processi produttivi nei confronti di 8.962 lavoratori con un considerevole incremento, pari a +86%, rispetto ai dati rilevati nel periodo dal 1 gennaio al 30 settembre dell’anno precedente”.

Come detto, tra le irregolarità riscontrate spiccano anche “la riqualificazione di numerosi rapporti di lavoro fittizi di fatto consistenti in veri e propri rapporti di lavoro subordinato (5.601), dato anch’esso in aumento (+ 4%) rispetto a quello rilevato nei primi tre trimestri del 2015”.

“Inoltre – si legge nel rapporto -, sono state contestate numerose violazioni in materia di: tutela delle lavoratrici madri e pari opportunità uomo donna (598), dato in flessione rispetto a quello rilevato al 30 settembre 2015 (789); orario di lavoro (9.478), con un consistente aumento (circa +45%), rispetto ai primi tre trimestri dell’anno 2015; salute e sicurezza sul lavoro (19.990 illeciti di natura prevenzionistica, dato sostanzialmente in linea con le irregolarità registrate al 30 settembre dell’anno precedente)”.

Unioncamere
Delle buone notizie sul fronte del lavoro, però, arrivano da Unioncamere, secondo cui il 20% delle aziende con dipendenti ha effettuato o effettuerà assunzioni, con un recupero di oltre 6 punti rispetto al minimo storico del 2013. Per le imprese che esportano e che realizzano innovazioni la propensione ad assumere è ampiamente superiore alla media (rispettivamente, 36% e 34%). A dirlo è il sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro sulle assunzioni relative al 2016.

Le assunzioni di quest’anno sono prevalentemente concentrate nel terziario, per il maggiore turnover tipico di questo settore. Sono soprattutto i settori del turismo-ristorazione, del commercio e dei servizi alle persone a prevederne il maggior numero: circa il 50% del totale. Nell’industria prevalgono le assunzioni del manifatturiero rispetto a quelle richieste nelle costruzioni.

Particolarmente dinamici sono i servizi avanzati di supporto alle imprese e i servizi dei media e della comunicazione, che mostrano una crescita decisa delle assunzioni previste quest’anno rispetto alle previsioni dell’anno scorso (+22 e +19%), seguiti dai servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e dai servizi finanziari e assicurativi.

La difficoltà di reperimento mediamente indicata dalle imprese è del 12%: poco più di una figura su 10 tra quelle indicate nel corso dell’indagine sarà difficile da trovare. Ma questa percentuale è più elevata nel Nord del paese (14%), nelle imprese con almeno 250 dipendenti (15%) e per le professioni high skill, cioè quelle dirigenziali, specialistiche e tecniche (22%). Tra i settori produttivi, sono quelli della metalmeccanica, elettronica ed informatica a segnalare le maggiori difficoltà (circa una figura su 4).

Nell’ultimo anno sono iniziati anche i tirocini in alternanza scuola-lavoro, destinati agli studenti delle scuole medie superiori. Per ospitare questi giovani nel 2015 si è resa disponibile quasi un’impresa su 10 e per il 2016 si prevede che le imprese disposte ad accogliere studenti in alternanza possano aumentare del 10%, così come gli studenti coinvolti.

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