E’ rottura tra sindacati e Confindustria Energia. La trattativa per il rinnovo contrattuale del settore energia e petrolio, scaduto lo scorso 31 dicembre, si è arenata. Dopo nove mesi di confronti, l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale che interessa oltre 35mila dipendenti di aziende come Eni, Snam, Shell, Esso, TotalErg nel settore dell’oil& gas, continua a non essere trovata e i sindacati del settore, dopo il fallito tentativo di conciliazione esperito al ministero del Lavoro, hanno proclamato 8 ore di sciopero per venerdì 28 ottobre, con assemblee informative in tutti i posti di lavoro.
“Ci viene proposto – si legge nella nota delle sigle Filctem, Femca e Uiltec – un aumento di 65 euro per il triennio 2016-2018, esattamente la metà della nostra richiesta avanzata in piattaforma (134 euro, n.d.r.). Inaccettabile. Non è stato riconosciuto un incremento
salariale adeguato al recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni”.
“La rottura delle trattative – proseguono i sindacati – è inoltre dovuta alla proposta di Confindustria Energia di introdurre un nuovo e penalizzante sistema classificatorio con aumenti salariali legati alla valutazione della prestazione lavorativa, oltre al mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale”.
“Infine – denunciano i sindacati – sono in atto tentativi di revisione peggiorativa sulla parte normativa del contratto a proposito di diritti e mercato del lavoro. Per i lavoratori turnisti c’è addirittura una richiesta esplicita di aumento delle giornate di lavoro e recupero economico sui trattamenti previsti”.