Volano col vento in poppa gli spumanti italiani all’estero, sempre più apprezzati in tutto il mondo. E giunge al momento opportuno Sparkle 2019, la guida ai migliori spumanti secchi d’Italia edita da Francesco D’Agostino direttore di Cucina&Vini soprattutto in vista dei brindisi di fine d’anno. La Guida assegna cinque sfere, che stanno per le bollicine, alla migliore produzione nazionale. Quest’anno sono 791 le etichette top level selezionate dal panel di Cucina & Vini su oltre duemila assaggi. Solo 70 vini si sono aggiudicati le 5 sfere, cioè il massimo della votazione. Ma come orientarsi per arrivare al top del top?
First&Food ha interpellato alcuni fra i più noti sommelier italiani ricavandone una cinquina d’oro di etichette che assicurano un prodotto di eccezionale livello qualitativo, che non sfigurano affatto in un confronto con i blasonati vini d’oltr’alpe, e che non dovrebbero mancare nelle case di gourmet e appassionati. Eccoli: Alta Langa Matteo Giribaldi Brut 2014 di Mario Giribaldi (Piemonte), Franciacorta Emozione Brut 2014 di Villa Franciacorta (Lombardia), Trento OroRosso Dosaggio Zero di Cantina La-Vis e Valle di Cembra (Trentino), Valdobbiadene Prosecco Superiore rive di Colbertaldo Vigneto Giardino Asciutto 2017 di Adami (Veneto), Brut di Marramiero (Abruzzo).
Nella guida di quest’anno c’ una novità: i giudici di Sparkle hanno voluto istituire anche un premio speciale “Vino dell’emozione 2019”, la parola dice tutto, che è andato al Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Rosé Extra Brut 2006.
Stabiliti i vertici dell’eccellenza 2018/2019 Sparkle 2019 propone un altro utile elenco di vini, i 20 spumanti che presentano il miglior rapporto costo qualità. Anche in questo caso una indicazione molto utile per brindare con allegria al nuovo anno, ma anche in tutte le altre celebrazioni, senza dover chiedere un fido in banca.
“La guida dei vini spumanti – spiega Francesco D’Agostino – è ormai diventato un vero e proprio vademecum per avvicinarsi a un mondo sempre più articolato e soprattutto che propone vini di fascia altissima e altri molto semplici. Evidentemente i territori a maggior vocazione spumantistica si confermano Franciacorta, Trento, Alta Langa, Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene, Alto Adige, Oltrepò Pavese e Roero Arneis, a cui si aggiungono realtà che ormai da diversi anni garantiscono etichette top level. In totale, settanta campioni che non temono il confronto con i migliori spumanti del mondo”.
Un parallelo che trova conferma anche nei dati relativi al consumo all’estero, testimonianza evidente di un comparto in salute e soprattutto in costante crescita.
“Ci avviciniamo alla fine dell’anno – aggiunge Francesco D’Agostino – seguendo un successo mondiale che non accenna a rallentare. Il vino spumante italiano nel primo semestre di quest’anno è stato esportato per 651 milioni di euro, segnando una crescita vicina al 14% rispetto al primo semestre del 2017. E la previsione è quella di superare decisamente la soglia del miliardo e trecento milioni raggiunta lo scorso anno. Sulla scia di questo progresso, altre zone d’Italia stanno dando vita a una produzione spumantistica che possa avere grande appeal nel mondo, come ad esempio lo Spumante Garda Doc, gli Spumanti d’Abruzzo Dop e Novebolle Romagna Doc Spumante. Il modello è quello del Prosecco, ovvero di un vino immediato che ha vinto non solo per lo stile ma anche e principalmente per il progetto condiviso. Obiettivo più difficile da raggiungere per quelle aziende che, pur adottando uno stile anche apprezzabile, non possono contare sull’endorsment di un territorio importante e sul lavoro di squadra sviluppato nel corso degli anni”.
Insomma lo Spumante, fiore all’occhiello del Made in Italy, continua a vivere il suo momento d’oro. Le previsioni di fatturato all’export per il 2018 del comparto spumantistico italiano manifesta grande fermento. E i numeri sono incredibili, basta raffrontare i dati del 2003 con quelli odierni. Ebbene se nel 2003 il nostro Export si attestava su 231 milioni di euro nel 2017 è arrivato a 1.361 milioni di euro, e le previsioni per il 2018 alzano ancora l’asticella a 1.550 milioni di euro. Tramutato in bottiglie, se nel 2003 ne abbiamo prodotte 116 milioni, quest’anno dalle nostre cantine ne usciranno 525 milioni.
Nel mondo si consumano circa 2,5 miliardi di bottiglie – 19 Mhl (stima su dati OIV del 2103 – quando il consumo era di 2,05 miliardi di bottiglie – 15,4 Mhl – considerando una crescita del 4-5% annuo), quasi il 30% italiane. L’Italia infatti ha prodotto in dodici mesi sei milioni di ettolitri si spumante (dato Icqrf, dal 1/8/2017 al 31/7/2018) ovvero 800 milioni di bottiglie, 70% con origine certificata.