Utilizzare conoscenze, saper fare, e strumenti propri di un grande gruppo industriale per aiutare il governo di una città a comprendere meglio i bisogni dei suoi cittadini e a soddisfarli in modo efficiente. Nel concreto: riscrivere il piano di mobilità urbana di un’area metropolitana di due milioni di persone. E’ il progetto realizzato da Pirelli a Campinas, città brasiliana, e presentato a Milano al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale. “Un progetto – spiega Lorenzo Cella, della divisione Sostenibilità e Governo dei Rischi del gruppo Pirelli – che ha avuto tre anni di gestazioni. Siamo riusciti attraverso la comunità locale e la pubblica autorità ad incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici e della mobilità attiva come le biciclette”.
Il progetto rientra nell’ambito del “Sustainable Mobility Project 2.0” promosso dal World Business Council for Sustainable Development, l’associazione che raggruppa oltre 200 multinazionali dell’automotive di 30 Paesi. Il Sustainable Mobility Project 2.0 ha coinvolto come città campione, oltre Campinas, anche Amburgo, Bangkok, Chengdu, Indore e Lisbona. Pirelli ha contribuito, appunto, con la sperimentazione nella citta brasiliana sede di un suo stabilimento. “Il più grande miglioramento che abbiamo portato, è stato di fatto l’aver rotto i silos molto forti e evidenti tra i diversi assessorati – ha spiegato Cella – Abbiamo portato una visione olistica della mobilità che travalicasse la specifica infrastruttura dei trasporti ed arrivasse ad abbracciare una maggiore sicurezza stradale e dall’altra parte anche una maggiore inclusività delle periferie e delle aree più disagiate”. Alla base di alcune disfunzioni nel sistema di trasporti nella città brasiliana c’era dunque la visione parcellizzata di singoli problemi. Visione superata grazie all’approccio e al metodo proposto da Pirelli.
“Abbiamo messo per la prima volta intorno ad un tavolo comune i vari assessorati, e portato evidenza dei sondaggi fatti con la popolazione – ha raccontato il manager di Pirelli – Li abbiamo quindi portati a discutere insieme su come avere una vista integrata sulla mobilità che si è declinata in uno sviluppo delle corsie preferenziali per i bus, una espansione delle piste ciclabili, e una maggiore inclusione delle persone diversamente abili soprattutto in termini di miglioria dei pavimenti o dei marciapiedi”. Quello di Campinas e delle altre città coinvolte è solo il primo passo, impegnativo e importante, verso un futuro che vuole e deve coinvolgere maggiormente i comuni per migliorare la viabilità cittadina e renderla più sostenibile, in tutti i sensi. Ma il “Sustainable Mobility Project 2.0” non si ferma qui: l’obiettivo al 2020, è quello di arrivare a coinvolgere molte più città di quelle coinvolte fino a ora, provenienti da tutto il mondo, aumentare il dialogo con le relative pubbliche amministrazioni e aumentare il network di aziende ed enti coinvolti per la riuscita del progetto.