Una nuova bufera si abbatte su Yahoo. Proprio nel mezzo della crisi aziendale più grave della sua storia e della delicata fase di vendita a Verizon e poche settimane dopo il caso del mezzo miliardo di account piratati dagli hacker, il gruppo deve fronteggiare un altro scandalo. Secondo Reuters, Yahoo ha permesso in segreto ai servizi di intelligence statunitensi, dalla Fbi alla Nsa, di spiare centinaia di milioni di email dei propri utenti.
L’anno scorso Yahoo avrebbe messo a punto un software per cercare fra tutti i messaggi di posta elettronica in entrata dei suoi clienti quelli sospetti in base ai criteri forniti dai funzionari dei servizi segreti Usa (che cercavano email contenenti frasi specifiche). In questo modo il gruppo avrebbe obbedito a una direttiva federale, mettendo centinaia di milioni di account a completa disposizione delle agenzie di sicurezza. Sarebbe la prima volta che un colosso del web accetta senza discutere di sottomettersi a un sistema di sorveglianza simile.
Secondo i due ex dipendenti citati da Reuters come fonte, la decisione dell’amministratore delegato Marissa Mayer di obbedire alla direttiva federale ha indotto alle dimissioni nel giugno del 2015 il Chief Information Security Officer Alex Stamos, poi passato a Facebook. Sarebbe stato proprio Stamos a scoprire il programma spia all’interno dei server dell’azienda: in un primo momento lo distrusse, pensando fosse opera di hacker.
Intanto Edward Snowden, l’informatico che con le sue rivelazioni sulla sorveglianza Usa ha dato il via al Datagate, ha subito invitato via Twitter tutti i clienti di Yahoo a chiudere i loro account: “Usi Yahoo? Loro scannerizzano segretamente tutto quello che scrivi molto al di là di ciò che la legge richiede. Chiudi il tuo account oggi”.
Use @Yahoo? They secretly scanned everything you ever wrote, far beyond what law requires. Close your account today. https://t.co/dJrJUyyxk6
— Edward Snowden (@Snowden) 4 ottobre 2016
“Yahoo è una società di diritto e rispetta le leggi degli Stati Uniti”, ha scritto il gruppo di Sunnyvale in una breve dichiarazione ufficiale in risposta alle notizie diffuse dalla Reuters