“Dall’inizio dell’anno la capitalizzazione delle banche delle economie avanzate è scesa di quasi 430 miliardi di dollari, aumentando le sfide nel risolvere le vulnerabilità del sistema bancario, specialmente per le banche europee deboli”. È quanto emerge dal Global Financial Stability Report (Gfsr), il rapporto redatto dal Fondo monetario internazionale nell’ambito dei lavori autunnali in corso a Washington.
Dalle simulazioni, inoltre, emerge che “un calo una tantum del 20% dei titoli delle banche” produce una contrazione del credito pari al 4% nei “tre anni successivi allo shock”.
Quanto all’Italia, secondo l’Fmi gli sforzi del governo Renzi per facilitare il miglioramento del credito e l’acquisto di crediti deteriorati “potrebbero non essere sufficienti per ridurli di una quantità o alla velocità necessarie per rafforzare il sistema bancario”.
Ma anche a livello di Eurozona il Fondo sostiene che una “soluzione più completa ai problemi delle banche europee non può essere più posticipata”. Il rapporto sottolinea il bisogno di azioni “urgenti e complete” per affrontare il problema dell’elevato livello di crediti deteriorati e di freni alla redditività. Su quest’ultimo punto il Fondo dice che “l’eccesso di capacità del sistema bancario europeo deve essere affrontato costantemente nel tempo”.
Sul versante del taglio dei costi, il Fondo calcola che la chiusura delle filiali “potrebbe ridurre le spese operative aggregate delle banche (pari a 454 miliardi di dollari) di circa 18 miliardi, presupponendo che i costi delle filiali siano pari al 25% delle spese operative totali”.