Si profila una clamorosa svolta politica in Spagna, che a breve potrebbe finalmente avere un Governo dopo nove mesi a seguito del nuovo corso apertosi ieri nel Psoe con le dimissioni del segretario Pedro Sanchez, sfiduciato dai suoi oppositori interno che hanno raccolto 132 voti contro 107.
La nuova maggioranza del partito socialista spagnolo, ispirata dall’ex premier Gonzales, rimprovera a Sanchez di aver perso sette elezioni (l’ultima in Galizia) e di essersi arroccato in un No pregiudiziale al governo Rajoy, che blocca la Spagna- da nove mesi senza un governo – e impedisce al Psoe di contare sulla scena politica nazionale e di diventare il vero ago della bilancia del Paese.
Gli oppositori di Sanchez sono orientati a dare il via libera con l’astensione parlamentare al governo Rajoy, che ha vinto le ultime due elezioni pur non avendo da solo i numeri sufficienti per governare, in modo da rendere il Psoe decisivo sulle sorti del nuovo governo, che potranno sempre far cadere ritirando l’astensione nel caso compiesse passi sgraditi.
Al tempo stesso il nuovo Psoe si presenta alla Spagna come forza di responsabilità nazionale, grazie alla quale si può formare un governo dopo uno stallo politico che dura dall’inizio dell’anno.