Hillary attacca: “Perché Trump non vuole render pubblica la sua dichiarazione fiscale? Perché è meno ricco di quanto vuol far credere, perché non fa la beneficenza di cui si vanta. E, soprattutto, perché non versa un solo dollaro in tasse allo Stato federale”. Donald replica: “Tutto questo dimostra solo una cosa: quanto io sia intelligente”. Ma Trump sarebbe l’unico pretendente alla Casa Bianca dai tempi di Nixon che non ha esibito la sua cartella delle tasse: “Lo farò – aggiunge – quando la Clinton rivelerà il contenuto delle 30 mila e-mail cancellate prima dell’indagine del Federal Bureau”. Insomma, com’era prevedibile, se le sono date di santa ragione un po’ su tutto davanti a 100 milioni di americani incollati al video.
Il risultato? Secondo il test di Public Policy Polling su un campione di 1.000 elettori l’ha spuntata Clinton, preferita dal 51% contro il 40% di Trump e un 9% di “non so”. L’ultimo sondaggio Reuters vede la candidata democratica in testa di 4 punti: 45 a 41. Questo il primo sommario giudizio sul primo round del match dell’anno che si è tenuto a Long Island, quando in Italia erano le 3 del mattino, dopo un’attesa spasmodica. Difficile sottovalutare la posta in gioco: negli ultimi 40 anni, il candidato che è risultato in testa nei sondaggi dopo il primo dibattito televisivo, ha sempre vinto. Ma le distanze restano minime: i candidati alla vigilia venivano indicati praticamente in parità (un piccolo vantaggio per Hillary, ma Trump aveva dalla sua il trend).
EFFETTO HILLARY: SALE IL PESO, BENE L’ASIA
Anche sui mercati finanziari stamane è in testa Hillary: il peso messicano, il più esposto alle minacce anti-global dei candidati repubblicano, è in robusta ripresa (+1,4%) assieme al dollaro, mentre perde colpi l’oro (-0,2%).
Il futures sull’indice S&P 500 segnalano stamane un rialzo dello 0,5%. Ieri sera, prima del confronto, il Dow Jones aveva chiuso in ribasso dello 0,8%, poco meglio aveva fatto l’indice Standard & Poor’s 500 (-0,74%). Nasdaq -0,79%.
Nel corso della seduta ha perso colpi il settore pharma, condizionato dalle recenti uscite di Hillary contro gli aumenti delle medicine: Pfizer -2,4%. In calo, nello stesso settore, Merck (-1,4%).
Walt Disney si è aggiunto intanto alla corsa per l’acquisto di Twitter sfidando Google e Salesforce.com.
In ascesa anche i mercati asiatici. L’indice Asia Pacific guadagna mezzo punto. La Borsa di Tokyo, dopo un avvio fortemente negativo (-1,5%) guadagna a metà seduta lo 0,3%, sull’onda del recupero del dollaro sullo yen. In terreno positivo i listini cinesi.
I MERCATI SCOMMETTONO SULL’ACCORDO OPEC
Sotto i riflettori ieri anche l’avvio del vertice Opec di Algeri. Nonostante l‘Iran continui a frenare, i mercati scommettono che la riunione si chiuderà con un accordo. Il Brent ha chiuso la giornata a 47,43 dollari (+3,6% rispetto a venerdì), Wti a 46. 66 (+3,4%).
Bene le società petrolifere a Wall Street: Chevron +0,6%. Transocean è il miglior titolo dell’indice S&P500 con un rialzo del 3,6%. Schlumberger +0,7%. Piazza Affari, invece, non ha fatto in tempo a registrare la ripresa dei prezzi. Eni ha segnato un calo dell’1,8%, Saipem -3,9%, Tenaris -1,4%.
CRYAN (DB): NON ABBIAMO CHIESTO AIUTO ALLA MERKEL
Il match elettorale Usa non è stata l’unica emozione di ieri per i mercati finanziari. La vera bomba politica è esplosa in Germania. Angela Merkel, come anticipato nel weekend da Focus, ha escluso un intervento di Berlino su Washington per chiedere uno sconto alla maximulta (14 miliardi di dollari) inflitta dalle autorità Usa a Deutsche Bank.
Non solo: Frau Angela, secondo il giornale, non scenderà in campo per aiutare la Banca, a grave rischio di aumento di capitale. La premier, ormai sintonizzata sulle elezioni del settembre 2017, sa che l’opinione pubblica, scottata dai quattrini spesi per Commerzbank, è contraria a interventi in favore di una grande banca.
Deutsche Bank ha così vissuto la sua giornata peggiore: il titolo è sceso al nuovo minimo dal 1983 a 10,55 euro. Da inizio anno ha dimezzato il suo valore. Il Ceo, l’inglese John Cryan, ha cercato (con scarso successo) di tranquillizzare i mercati: non si pone, per ora, la questione di un aumento di capitale; la Banca, al contrario di quanto riferito dal settimanale Focus, non ha chiesto l’aiuto del governo. No comment di Berlino: “Il governo – ha detto il portavoce della cancelliera, Stefan Seibert – non partecipa a tali speculazioni”.
GIORNATA NERA PER BANCHE E ASSICURAZIONI
La crisi di Francoforte ha colpito tutto l settore, sia in Italia che nel resto del Continente. L’indice Eurostoxx Bank cede il 2,1%. A Milano Unicredit è finita in ribasso del 3,6%. Intesa -1,1%, Banco Popolare -2,3%, Ubi -2,2%. Pesante il ribasso di Mediobanca (-3,8%). Registrano ribassi superiori al 3% anche le francesi Bnp Paribas e Société Générale, oltre alla spagnola Bbva. In pesante calo anche le assicurazioni: Generali -2,3% e Unipol -2,7%. Va decisamente peggio Axa (-4,4%). Allianz -3%.
MONTE PASCHI, IL CDA DICE Sì ALLA CONVERSIONE DEI BOND
Ha fatto eccezione Monte Paschi: +1,4% dopo una partenza sprint (fino a +7%). In serata sono arrivate importanti novità. Il Cda, il primo con Marco Morelli ad, ha deciso che il piano industriale della Banca sarà approvato il 24 ottobre, con assemblea entro fine novembre.
Nel frattempo è stato in pratica archiviato il piano varato a luglio che prevedeva un aumento di capitale fino a 5 miliardi e la cessione di 27 miliardi di crediti in sofferenza lordi. La Banca valuta ufficialmente la possibile conversione volontaria delle obbligazioni in capitale.
La nota dell’istituto recita così: “Alla luce della rapida evoluzione del mercato e delle indicazioni preliminari ricevute da investitori istituzionali sono stati avviati approfondimenti volti, tra l’altro, a recepire, nella struttura dell’operazione la possibilità di includere nel contesto dell’operazione un esercizio di liability management (ossia una offerta diretta a titolari di strumenti di debito emessi, o garantiti, dalla Banca, finalizzata alla loro conversione volontaria in capitale) secondo modalità ancora in fase di studio”.
IN ROSSO MILANO (-1,6%), OGGI AL VIA LE ASTE DEL TESORO
Le vicende bancarie hanno condizionato l’intera seduta. A Milano l’indice FtseMib è sceso ieri dell’1,6%, a quota 16.193, dopo aver toccato un minimo a 16.091. Deboli anche gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi è arretrata dell’1,83%, Londra dell’1,3% e Madrid dell’13%. La più debole di giornata è stata Francoforte (-2,3%), zavorrata da Deutsche Bank.
Il secondario italiano ha chiuso in lieve rialzo anche grazie alle parole di Mario Draghi, che ha usato toni rassicuranti per l’economia della zona euro. Cominciano oggi, con l’offerta dei Ctz e dei Btpei, le aste di fine mese del Tesoro. Il clou è previsto per giovedì quando andranno all’asta a medio termine tra 7 e 8,5 miliardi. In particolare verranno emessi tra 3,5 e 4 miliardi del nuovo Btp a cinque anni, tra 2 e 2,5 miliardi della quinta tranche del Btp 1 dicembre 2026 1,25% e fra 1,5 e 2 miliardi del Ccteu scadenza 2013.
Nel corso del quarto trimestre il Tesoro lancerà un nuovo Btp a tre anni, un nuovo quinquennale, un nuovo Ccteu e un nuovo Ctz.
I CINESI CORTEGGIANO RECORDATI. BRUSCA FRENATA PER RCA
In grande evidenza Recordati (+3,4%), spinta dai rumors di stampa secondo cui alcuni gruppi cinesi, tra cui Shanghai Fosun Pharmaceutical Group e Luye Pharma sono interessati all’acquisto della società pharma, uno dei migliori titoli del 2016 (+15% da gennaio).
In forte discesa Fiat Chrysler (-3,6%), in una giornata pesante per tutto il settore Automotive in Europa: Bmw -2,7%, Daimler -2,6%, Volkswagen -2,5%.
ACCELERA RCS. BULGARI ELETTRIZZA LEONE FILM
In grande spolvero Rcs Mediagroup (+5,2%). Ieri l’assemblea dei soci ha approvato l’aumento del numero dei membri del consiglio di amministrazione da 9 a 11. Il presidente e amministratore delegato della società, Urbano Cairo, ha inoltre fornito alcuni degli elementi strategici che il nuovo corso sta seguendo per impostare il rilancio di Via Solferino, più investimenti di marketing e un piano di controllo dei costi.
Tra i titoli minori, balzo di Leone Film (+29,76%), miglior titolo di tutta piazza Affari dopo la notizia che Maite Bulgari è entrata nel capitale acquisendo complessivamente una quota del 10,6% ad un prezzo di 4 euro per azione.