Roberto Venturato, allenatore del miracolo Cittadella, portato in B l’anno scorso e ora in vetta alla classifica del campionato cadetto con 15 punti in 5 partite (e +5 sul Verona di Pazzini), è un allenatore dal curriculum particolarissimo. A partire dai suoi dati anagrafici: nato in Australia (Atherton) nel 1963, figlio di emigranti veneti, torna a casa e inizia a giocare a calcio. Nulla di impressionante, una buona carriera nella provincia del Nord: Pergocrema, Giorgione, Pizzighettone, Treviso, una spruzzata di Venezia.
Poi, il passaggio in panchina. A cui accoppia, come un qualunque semi-professionista, un secondo lavoro da promotore finanziario. Da allenatore guida il Pizzighettone, lanciando i biancoazzurri verso due promozioni, in Serie C2 e poi in Serie C1. Poi l’assunzione alla Cremonese come vice dell’istituzione Mondonico. A seguire la Pergolettese, promozione in Lega Pro, e il Piacenza, un terzo posto in Serie D carico di rimpianti; e di nuovo la Pergolettese, nel frattempo retrocessa e condotta a un buon sesto posto in quarta serie.
Infine la chiamata del Cittadella che il promotore finanziaria nato in Australia porta in serie B persino facilmente: 76 punti in 34 partite, primo posto con 11 punti di vantaggio e pure la finale di Coppa Italia Lega Pro, persa contro il Foggia di De Zerbi. Un trionfo segnato dal calcio semplice ma redditizio da sempre praticato da Venturato: difesa a quattro e coppia d’attacco, corsa e schemi forse minimalisti, ma comunque efficaci. I suoi scudieri, oggi, sono tutti prodotti italiani, nostrani: zero stranieri in rosa, Litteri, Strizzolo e Arrighini come uomini di punta (per loro, un totale di 9 gol sui 13 realizzati dai granata, miglior attacco ma pure seconda miglior difesa del campionato).
E così la favola Cittadella continua, probabilmente a discapito della carriera da promotore finanziario. “Il suo portafoglio clienti è sostanzioso”, assicura un collega, però lo stesso Venturato intervistato da Sky ha ammesso che potrebbe mollare per concentrarsi sul pallone. Del resto c’è una Serie A da conquistare.