La mostra LA MACCHINA si articola come un mosaico atipico del lavoro di 2501 organizzato in diversi piani narrativi ed espositivi: le installazioni declinate nelle forme di sculture e prototipi, i dipinti su tela e su carta, la performance. Le opere, realizzate negli ultimi tre anni, sono state concepite come altrettanti tasselli del progetto Nomadic Experiment ancora in corso saranno esposte al Museo di Arte Contemporanea di Lissone dal 24 Settembre 2016 al 27 Novembre 2016
Le installazioni presentano vari modelli della Macchina, meccanismi composti da rulli che fanno ruotare in modo meccanico dei nastri di carta su cui l’artista e il pubblico hanno dipinto (in passato e in altri luoghi, ma sempre in tempo reale) seguendo il movimento in loop generato dalla Macchina stessa.
Andando oltre gli aspetti fisici e strutturali della mostra, ciò che emerge dal dispiegarsi delle diverse installazioni è che non sono affatto “rappresentazioni”. Non rimandano a una teoria al di fuori di esse, né veicolano significati simbolici. Si tratta piuttosto di “modelli” che esprimono appieno il desiderio della scultura e della pittura di essere utilizzata e realizzata, e sembrano riproporre sotto una nuova forma – inclusiva e aperta all’imprevisto – la possibilità di incidere la realtà attraverso il progetto nella sua totalità.
Questo allargamento di prospettiva, in direzione sia dell’ambito scultorio sia del pubblico, non è tanto dovuto all’interesse di tradurre il “reale” in immagini pittori-che, bensì intende mostrare allo spetta-tore come delle forme, dei meccanismi e dei suoni creino un nuovo spazio visuale. La scelta di servirsi di una quantità di tecniche diverse – scultura, sperimenta-zione sonora, pittura e performance – risponde alla necessità di mescolare que-sti impulsi con l’esperienza tra il pubblico e l’azione generativa del processo artistico.
Durante l’inaugurazione del 24 settembre si svolgerà una performance live set, intesa come sintesi e punto di arrivo della progressione dei contenuti e delle tecniche presenti in mostra, permetterà alle linee, alle texture e ai segni prodotti da un prototipo di Macchina realizzata specificatamente per il museo di Lissone di dialogare con suoni di una batteria e di un sintetizzatore analogico modulare doepfer.