Giornata di sole per il titolo in Borsa di Mediaset, che all’ìinizio del pomeriggio arriva a guadagnare il 3,8%, a 2,864 euro, mettendo a segno uno dei migliori rialzi del Ftse Mib.
A innescare gli acquisti sulle azioni del Biscione è stata l’apertura arrivata ieri nei confronti di Vivendi. Un portavoce del gruppo italiano ha parlato della possibilità di un riassetto concordato per Premium, ma solo dopo l’esecuzione del contratto vincolante siglato in primavera.
Vivendi e Mediaset avevano concordato la cessione ai francesi del 100% di Premium ma il contratto vincolante non è stato perfezionato a causa del dietrofront del gruppo francese, che nutre seri dubbi sull’efficacia del piano industriale della pay-tv.
Nei giorni scorsi Mediaset ha avviato l’azione legale per chiedere il rispetto dell’intesa e per oggi è attesa una mossa simile da parte dell’azionista di riferimento del gruppo italiano, Fininvest.
La sensazione sul mercato è “che la richiesta di esercizio coattivo degli accordi contrattuali e di risarcimento dei danni finora subiti rappresenti solo una mossa tattica, rivolta ad accelerare i tempi di un accordo di compromesso – commentano gli analisti Icbpi –. Perdurando l’incertezza sull’esito di questa controversia, manteniamo sotto revisione rating e target price sul titolo”.
Websim fa notare invece che qualche novità potrebbe già emergere dal Cda di Vivendi che si terrà dopodomani.
Non è chiaro ancora quale forma possa assumere il riassetto di Premium anche presupponendo che in una prima fase, per rispettare il contratto, il 100% del capitale passi interamente a Vivendi. Le ipotesi fanno tutte riferimento alla volontà sia di Mediaset sia di Vivendi di non consolidare l’asset e allo stesso tempo di definire un equilibrio credibile entro fine anno visti gli appuntamenti decisivi, in primis l’asta per i nuovi diritti della Champions League di calcio, che attendono Premium e che potrebbero penalizzarne o valorizzarne il business e le prospettive.
Si è parlato del possibile coinvolgimento di altri soggetti interessati ad affiancare Mediaset e Vivendi nel capitale della pay-tv: alcune ricostruzioni chiamano in causa Telefonica, già azionista di Premium con l’11%, anche se dal suo ingresso il gruppo spagnolo non ha mai mostrato particolare interesse per la tv a pagamento in Italia e la sua quota è più che altro conseguenza degli accordi del 2014 per ottenere la spagnola Digital+.
Altre ipotesi parlano del possibile intervento di alcuni fondi d’investimento nella riedizione di una cordata in stile Endemol, che, a detta dello stesso Pier Silvio Berlusconi, è stata alla base del fallimento del progetto sul gruppo olandese di produzione televisiva.