Oggi sarà, probabilmente, il giorno dell’aumento del tasso di sconto inglese, il primo dopo sette anni. Per la pima volta dagli anni Ottanta, un editore, Urbano Cairo, varcherà la soglia di via Solferino come azionista di controllo del Corriere della Sera. Si profila la prima volta di Samsung un Europa, ovvero l’acquisto di Magneti Marelli che potrebbe consentire a Sergio Marchionne di metter sotto controllo, una volta per tutte, i debiti di Fca che tanto condizionano i giudizi degli analisti. E, tanto per aggiungere una nota di colore, c’è pure un furto clamoroso: Bitfinex, piattaforma virtuale di Hong Kong, ha dovuto denunciare la scomparsa di 119.756 bitcoin (604 dollari di valore cadauno), il più grosso ammanco dal 2014, l’anno del crack di mister Gox. Non mancano le notizie in quest’avvio di agosto comunque dominato dalla crisi delle banche, cause e vittime della volatilità.
Avanza Wall Street sotto la spinta della ripresa del prezzo del greggio. Il petrolio Usa è risalito del 3% oltre la barriera dei 40 dollari. Il Dow Jones è salito dello 0,23%. S&P500 + 0,3%. Il Nasdaq, +0,43% a 5.159,74 punti, è di nuovo ad un passo dal record storico.
L’occupazione presso le aziende private è salita a luglio di 179mila unità. La rilevazione, che anticipa il dato sul mercato del lavoro di domani, ha riacceso le attese di un rialzo dei tassi dopo l’estate, come ventilato dal governatore Charles Evans.
In grande evidenza, nell’attesa di un aumento del costo del denaro, il colosso assicurativo Aig – American International Group (+6,9%). La compagnia di assicurazione ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto superiore alle attese degli analisti, grazie al taglio dei costi e a un buon livello di raccolta. Annunciato un buy back da 3 miliardi di dollari.
A differenza dell’Europa, negli Stati Uniti le banche sembrano godere di buona salute: Goldman Sachs +0,9%, JP Morgan +0,6%, Bank of America +1,1%.
L’atteso rimbalzo delle banche europee dopo il tracollo di martedì è stato a corrente alternata e anche gli altri settori hanno risentito del clima di incertezza. Piazza Affari ha chiuso in lieve rialzo una seduta nervosa caratterizzata da frequenti saliscendi.
L’indice FtseMib alla fine è salito dello 0,2% a 16,130 punti. L’atteso recupero delle banche è stato a corrente alternata e anche gli altri settori hanno risentito del clima di incertezza. In terreno positivo anche Francoforte +0,2%. Sotto la parità, invece, Parigi -0,28%, Londra -0,1% e Madrid -0,15%.
Poco mosso lo spread Btp/Bund in una fascia da 130 a 133 punti base. Oggi andranno in asta titoli francesi e spagnoli per 10,5 miliardi di euro a medio lungo termine. L’euro ha perso terreno nei confronti del dollaro a 1,116, da 1,122 della chiusura precedente.
A dare la carica a Piazza Affari ha contribuito soprattutto lo scoop di Bloomberg: Fiat Chrysler sta trattando la cessione entro l’anno di Magneti Marelli alla coreana Samsung. L’operazione dovrebbe chiudersi su una valutazione attorno ai 3 miliardi di dollari, molto più del valore, attorno a 1,5 miliardi di euro, attribuito dagli analisti alla controllata lombarda di Fca (40.500 addetti per un fatturato di 7,3 miliardi realizzato in 89 unità produttive nei 5 continenti).
La risposta del mercato è stata immediata. Fiat Chrysler è salita dell’8,26% tra forti scambi. La capogruppo Exor ha messo a segno un rialzo del 3,04%. Gli operatori apprezzano la prospettiva di un brusco calo dell’indebitamento del gruppo (oggi stimato sui 5 miliardi di euro a fine anno). Inoltre, dopo l’accordo con Google sull’auto senza guidatore, Fca mette a segno un’altra alleanza con un big della tecnologia (forte di cassa di 70 miliardi di dollari): la Magneti Marelli “coreana” continuerà ad assistere l’evoluzione tecnologica di Ferrari e Maserati.
Ancora alla ribalta il settore bancario. In Europa l’indice Stoxx delle banche è salito dell’1,7%, grazie soprattutto ai buoni risultati dell’olandese Ing (+8,2%) e di Société Générale (+3,1%).
Ma a Milano i riflettori erano puntati sui risultati di Unicredit, che ha registrato un utile netto di 916 milioni di euro, più del doppio del risultato del primo trimestre. Dopo un primo tuffo al ribasso di oltre il 4%, il titolo si ripreso per poi chiudere in calo del 2,2%. La reazione iniziale si spiega con il dato sul Common Equity Tier 1 che si è attestato a fine giugno a 10,33% (in calo da 10,85% di fine marzo).
Ma se si tiene conto degli effetti delle ultime cessioni, ovvero il 10% di Banca Pekao e di FinecoBank e la vendita a Sia delle attività di pagamento delle carte di credito, il Cet1 risale al 10,65%. Non cala per questo l’attesa del mercato per un aumento di capitale. Intano si fa strada l’ipotesi di un Ipo della tedesca Hvb.
Monte Paschi recupera l’1,8% dopo il tracollo di martedì (-16,1%). La Banca, secondo Exane Parubas, potrebbe lasciare l’indice paneuropeo STOXX Europe 600 nell’ambito della prossima revisione a settembre. Contrastato l’andamento delle altre banche: Intesa -0,5%, Pop.Emilia +4%.
Urbano Cairo è diventato ieri sera presidente e ad di Rcs, in seguito alle dimissioni del presidente Maurizio Costa, dell’ad Laura Cioli e del consigliere Gerardo Braggiotti. Assieme all’editore fanno il loro ingresso nel cda Marco Pompignoli e Stefania Petruccioli.
“In questa fase di transizione – ha detto Cairo – siamo entrati in tre, io come presidente con deleghe quindi anche come Ad. Devo dire che entrare qui è stato emozionante. Ringrazio il presidente Costa, l’ingegner Cioli e il consigliere Braggiotti che hanno dato la loro disponibilità a dimettersi. Non era scontato, l’ho molto apprezzato. Oggi andrò in via Solferino a salutare il direttore e tutti quelli che ci lavorano”.
Si è chiusa così una giornata contrastata: il titolo Rcs ha accusato un calo del 6,3% a 0,749 euro, dopo avere annunciato buoni risultati del secondo trimestre, migliori delle attese. Il trimestre si chiude con un utile netto di 19,9 milioni dal rosso di 60,2 milioni dello stesso periodo di un anno prima, su ricavi in calo dell’1,9% a 284,3 milioni. A condizionare l’andamento dell’azione ha contribuito l’ulteriore calo della tensione speculativa dopo la bocciatura del ricorso d’urgenza di Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera al Tar del Lazio.
“Posso solo dire – ha concluso Cairo – che noi abbiamo operato in maniera limpidissima e trasparente. Sono tranquillissimo. Poi se c’è qualcuno che ha dei dubbi è bene che li faccia (i ricorsi) e qualcuno giudicherà”. Il Tar dovrebbe esprimersi sul merito il 30 agosto.
Poste Italiane ha chiuso in rialzo del 3,2% a 6,18 euro dopo avere diffuso ieri i risultati del primo semestre, chiuso con ricavi totali consolidati a 17,7 miliardi, dai 15,95 miliardi dello stesso periodo del 2015, e un utile netto a 565 milioni da 435 milioni, a fronte di un consensus degli analisti di 473 milioni.
Eni +0,6%, il Brent in rialzo spinge anche Tenaris (+2%). Enel chiude in calo dello 0,4%, Telecom Italia -0,3%. Chiusura negativa anche per Leonardo (-3%). A2A ha perso l’1,5% a 1,25 euro. Banca Imi ha abbassato sul titolo il rating a hold da add, con prezzo obiettivo che passa a 1,3 da 1,33 euro.