Il Monte dei Paschi batte un colpo e risponde in anticipo alla bocciatura degli stress test approvando un piano molto impegnativo che prevede sia un aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro entro novembre e senza aiuti pubblici sia il deconsolidamento dell’intero portafoglio sofferenze al prezzo di 9,2 miliardi con l’intervento di Atlante. La banca senese guidata da Fabrizio Viola ha invece respinto il piano alternativo presentato da Corrado Passera e dall’Ubs insieme a fondi americani.
Il nuovo piano, scrive Mps, non ha precedenti in Italia e permetterà alla banca di restare tra gli istituti leader sul mercato domestico. La Bce ha dato il suo placet.
In vista dell’aumento di capitale Mps ha già raggiunto un pre-accordo di garanzia con JP Morgan e Mediobanca nel ruolo di global coordinator e altre sei banche nel ruolo di co-global coodinator.
Per quanto concerne invece l’operazione di pulizia dei crediti in sofferenza con l’intero deconsolidamento degli stessi il piano prevede che essi vengano ceduti a un veicolo di cartolarizzazione al prezzo netto di 9,2 miliardi di euro e che in questa operazione intervenga il fondo Atlante che sottoscriverà la tranche mezzanine per 1,6 miliardi e l’assegnazione ai soci di Mps della tranche junior.
“Grande soddisfazione” per il nuovo piano del Monte è stata espressa dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui “si tratta di un’operazione di mercato che consentirà di rafforzare la posizione patrimoniale della banca e di liberarla completamente dai crediti in sofferenza. L’operazione permetterà inoltre alla banca di sviluppare un solido piano industriale, grazie al quale aumenterà il sostegno all’economia reale attraverso l’erogazione di credito a famiglie e imprese”.
A sua volta, la Banca d’Italia, dopo aver rilevato che il risultato negativo dello stress test per Mps è “attribuibile per circa la metà alla diminuzione del margine di interesse” e che è stato “particolarmente penalizzante per la banca senese”, sostiene che con il nuovo piano il Monte potrà aumentare significativamente gli accantonamenti sui restanti crediti deteriorati. “Per effetto di tale operazione – afferma Via Nazionale – la banca deterrà prestiti deteriorati, ma non in sofferenza, in linea con quelli medi del sistema bancario italiano. Il patrimonio di Vigilanza si manterrà sugli attuali livelli e la redditività potrà risentire di miglioramenti sia sul fronte dei costi della provvista e del credito sia su quello del rendimento dell’attivo e della liquidità”.
Insieme al nuovo piano, Mps ha anche approvato i conti del primo semestre 2016 che chiudono con un utile di 302 milioni a fronte di un utile rettificato di 328,9 milioni del primo semestre 2015 e con un calo del risultato operativo e dei ricavi ma anche delle rettifiche sui crediti e dei crediti deteriorati. Nel secondo trimestre 2016 il risultato di bilancio del Monte è pari a 208 milioni di euro ed è in crescita rispetto ai 185,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.