Alla vigilia degli stress test, complice il calo dei petroliferi e le dichiarazioni della Yellen, le Borse europee chiudono in rosso e Wall Street si muove debole.
Particolarmente pesante è Piazza Affari che lascia sul terreno il 2,02%: giù Saipem del 9,78% dopo che ieri sera ha annunciato una revisione delle stime di ricavi e utile dell’intero 2016. Non arrivano segnali positivi neanche dal colosso Royal Dutch Shell che perde il 3,5% dopo avere chiuso il trimestre con un utile che è meno della metà di quanto previsto dagli analisti. Nel frattempo il Brent cede l’1,59% a 42,78 dollari al barile, il Wti arretra dell’1,53% a 41,28 dollari al barile.
In forte ribasso sul listino milanese anche Azimut -9,38%, dopo la presentazione della semestrale e la nomina del nuovo ad Sergio Albarelli, e Fca -8,05% in linea con la giornata negativa del comparto dell’auto.
Le altre Borse europee archiviano perdite frazionali: Parigi -0,59%, Francoforte -0,43%, Londra -0,44%.
Domani è attesa la pubblicazione degli stress test sulle banche europee e la conclusione della riunione della Banca centrale Giapponese che potrebbe varare un ampliamento della politica di quantitative easing, dopo che ieri il premier Shinzo Abe ha annunciato un pacchetto di stimolo fiscale da 265 miliardi di dollari. Inoltre i mercati stanno rielaborando le parole di Janet Yellen che ieri sera ha ribadito che i rischi di rallentamento dell’economia americana si sono affievoliti ed è tornata a ipotizzare un possibile rialzo dei tassi entro la fine di quest’anno. La prospettiva non sostiene il biglietto verde: il cambio euro dollaro sale dello 0,33% a 1,109135.
A Wall Street le vendite colpiscono Ford dopo la pubblicazione di utili trimestrali sotto le stime ma ricavi oltre le attese. Pesa soprattutto l’outlook cauto: la società ha messo in guardia su un contesto “più debole del normale” per il resto dell’anno, colpa anche della Brexit. Pesante a ruota il resto del comparto dell’auto. In Europa vendite su Volkswagen dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre con un calo dei profitti del 55,&% a causa dell’aumento degli oneri straordinari legati allo scandalo Dieselgate.
Gli acquisti premiano Facebook che ha registrato utili quasi triplicati grazie alla pubblicità. Occhi su Netsuite dopo l’acquisizione da parte di Oracle per 109 dollari ad azione in contanti, il 19% di premio.
Lo spread Btp-bund scende a 128 punti base (-1%). Oggi il Tesoro ha collocato Btp a medio-lungo termine per 8,5 miliardi di euro con rendimenti in calo. Sono stati assegnati Btp a cinque anni per 2 miliardi allo 0,26% in calo di 7 punti base, oltre a 4,5 miliardi del nuovo Btp decennale all’1,24% (-12 punti) e ad altri 2 miliardi di Cct scadenza luglio 2023 allo 0,38% (in calo di 19 punti base dall’asta precedente).
Mediaset -2,83%. Il Biscione ha respinto al mittente la nuova proposta di Vivendi ed è pronta a tutelarsi sia in sede civile sia, eventualmente, in sede penale. “Il cda di Mediaset – si legge in una nota diffusa oggi – ha preso atto di quanto comunicato dal management e ha deliberato di respingere la proposta alternativa di Vivendi giudicata irricevibile perché incompatibile con il contratto vincolante già firmato. Il cda ha pertanto dato mandato agli amministratori di adottare tutte le opportune azioni finalizzate a ottenere l’adempimento del contratto da parte di Vivendi e, in caso di inerzia di quest’ultima, di agire in sede civile ed eventualmente anche penale a tutela degli interessi della società”.
Moncler limita la caduta al 2,12% dopo un avvio in forte calo. Pesa la riorganizzazione della struttura societaria attraverso la quale l’ad Remo Ruffini controlla l’azienda: la quota di controllo viene conferita a una holding partecipata al 24% dalla Temasek, holding della città stato di Singapore, e da Juan Carlos Torres, presidente di Dufry. Esce Tamburi esce dalla holding dell’ad Remo Ruffini e avrà una partecipazione diretta del 5,1% in Moncler.
Chiude in leggero ribasso Enel dopo la presentazione di una semestrale positiva (utile ordinario salito +8,6% ebitda +1,2%) e l’innalzamento dei target per il 2016. Il colosso energertico ha inoltre annunciato l’accordo per la fusione in un’unica società di Open Fiber e Metroweb, un’operazione da 814 milioni di euro.
A Piazza Affari si muovono in positivo sul paniere delle blue chip solo tre titoli: Leonardo +2,73%, Mps+0,10%, Prysmian +0,10%. Recordati chiude in ribasso dello 0,55% dopo aver fatto segnare in giornata il nuovo massimo storica 29,30 euro. La società ha chiuso il primo semestre 2016 con dati in robusta crescita: ricavi netti consolidati a 587,9 milioni (+9,1%) ed Ebitda a 188,1 milioni.