Era giovane il killer, un 18enne in cura psichiatrica che si ispirava a Anders Breivik, lo squilibrato norvegese che esattamente cinque anni fa compì la strage di Utoya, ma ancora più giovani erano quasi tutte le sue vittime: cinque di loro erano minorenni e con origini straniere, dalla Turchia fino all’Albania e al Kosovo.
Nella sparatoria all’interno del McDonald’s situato di fronte al centro commerciale Olympia sono infatti rimasti uccisi tre giovanissimi ragazzi turchi (Can Leyla, 14 anni, e Selkuc Kilic) due 14enni albanese e kosovara (rispettivamente Armela Segashi e Sabina Sulaj), attirati con l’inganno all’interno del fast food: Ali Sinboly, il killer, avrebbe infatti violato il profilo Facebook di una terza persona per pubblicare un falso annuncio che prometteva cibo gratis agli avventori del locale. Una donna, Sevda Dag, sarebbe invece l’unica “adulta” tra le vittime dell’attentato, oltre che altri due 18enni (Gulliano Kollmann e un coetaneo greco) e un 21enne, Zabergja Dijamant.
Nella strage sono rimasti coinvolti anche 27 feriti, pure loro giovani e di cui 10 in condizioni ancora gravi: è la strage più grave, nel cuore della Baviera, dopo l’attentato delle Olimpiadi di Monaco del 1972. In Germania è stato proclamato il lutto nazionale, solidarietà da tutti i leader politici internazionali. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso il “grande cordoglio” del governo e della Germania verso “le famiglie di coloro che non torneranno più a casa, a nome di tutti condividiamo il vostro dolore, soffriamo con voi. Il pensiero ai numerosi feriti che possano guarire completamente”, ha aggiunto in conferenza stampa dopo l’attentato di Monaco.