Rallentano le Borse Usa, sotto la pressione del petrolio. Respirano i listini europei, anche se l’effetto Brexit è tutt’altro che esaurito. Ma in cima alle preoccupazioni dei mercati del Vecchio Continente c’è ormai il braccio di ferro sul risanamento delle banche italiane, alla vigilia di un weekend che potrebbe risultare decisivo. O almeno si spera. Intanto i riflettori si spostano sui dati del mercato del lavoro Usa, che stasera segneranno la chiusura della settimana.
MEISTER (FED): PER IL RIALZO DEI TASSI C’È TEMPO
L’indice S&P 500 -0,10% arretra d’un soffio nel finale sotto quota 2.100 (chiusura a 2097,77). Dow Jones -0,18%, in terreno positivo il Nasdaq. Positive le prime indicazioni sull’occupazione: gli addetti del settore privato a giugno sono cresciuti di172mila unità, il consenso se ne aspettava solo 159mila. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state 254mila contro stime di 269mila.
I buoni dati hanno risollevato il dollaro (1,107 il cross con l’euro) e provocato qualche presa di profitto sui Treasury Bond in risalita a 1,40% dal minimo storico di 1,33%. Loretta Mester, presidente della Federal Reserve di Cleveland, in un’intervista al Wall Street Journal ha detto che, vista l’incertezza dovuta alla Brexit, la Banca centrale Usa ha tempo per decidere il da farsi in materia di tassi.
IL PETROLIO FRENA WALL STREET. MA LE COMMESSE SPINGONO SAIPEM
A frenare i mercati azionari Usa ci ha pensato il petrolio, in forte calo nel pomeriggio (46,50 -2% il Wti) dopo la pubblicazione delle scorte Usa, scese meno del previsto. Exxon e Chevron hanno perso circa un punto percentuale. A Milano chiusura positiva per Eni (+0,5%) e Tenaris (+0,8%). Balzo in avanti di Saipem (+2,5%) dopo l’annuncio di nuove commesse per 1,5 miliardi legate allo sviluppo dei campi gas di Zohr nelle acque egiziane.
ASIA DEBOLE, VOLANO SOLO I POKEMON
Deboli stamane i listini asiatici. Tokyo si avvia a chiudere l’ultima seduta della settimana con un ribasso dello 0,4%. Intanto il decennale giapponese ha toccato un nuovo record in territorio negativo: -0,286%. Hong Kong cede lo 0,9%. Giù anche Shanghai (-0,8%). Di rilievo il balzo a Tokyo di Nintendo (+8,9%), dopo il debutto della versione mobile dei Pokemon.
MILANO STABILE, EUROPA SU. DANONE: 10 MILIARDI PER IL LATTE DI SOIA
È previsto un avvio contrastato per i listini europei che ieri, finalmente, hanno rivisto il segno più. Milano è stata la più debole tra le piazze finanziarie. L’indice Ftse Mib ha chiuso a +0,08%, a 15.436 punti. La performance più brillante è stata quella di Londra (+1,09%) davanti a Madrid (+1,03%) e Francoforte (+0,5%). Rwe è salita del 5% dopo l’annuncio che la società elettrica taglierà 1.600 posti di lavoro ella regione carbonifera della Ruhr entro il 2020 su un totale di 2.300 previsti nel piano di taglio dei costi. Hanno deluso intanto i dati tedeschi sulla produzione industriale di maggio, scesa dell’1,3%. A Parigi balzo di Danone (+3%) dopo l’annuncio dell’acquisto per 10 miliardi di dollari di WhiteWave Foods, leader americano nel latte di soia.
Risale la sterlina, trattata stamane in Asia a 1,2958 da 1,28 minimo degli ultimi 31 anni. Nella giornata di ieri ha superato quota 1,30. In leggero aumento lo spread tra il Btp e il Bund con scadenza a 10 anni. La differenza di rendimento tra il titolo italiano (Btp dicembre 2025) e quello tedesco si è portata a 135 punti, dai 134 punti della chiusura di ieri. Nel corso della giornata il differenziale ha oscillato tra i 132 e i 138 punti. Martedì 12 il Tesoro offrirà in asta 6,5 miliardi di euro in Bot a dodici mesi, contro i 7,06 miliardi in scadenza.
CONSTANCIO (BCE): LA UE VALUTI IL SOSTEGNO PUBBLICO ALLE BANCHE
Botta e risposta a distanza tra falchi e colombe sulle sorti delle banche italiane. Il falco Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, parlando a l’Aja si è detto preoccupato per la situazione delle banche italiane, spiegando che in nessun caso il salvataggio degli istituti potrà avvenire eludendo la direttiva sulle banche e le nuove regole sul bail-in: “Altri paesi sono riusciti a ristrutturare le proprie banche con mezzi pubblici e gli italiani non lo hanno fatto allora – ha detto -, ma ora abbiamo regole più severe”.
La colomba Victor Constancio, vice di Mario Draghi alla Bce, parlando a Madrid ha replicato così: “La situazione attuale, dopo un nuovo round di ribassi dei prezzi delle azioni a seguito della Brexit, merita una profonda riflessione sul contro-bilanciamento del fallimento del mercato con un piccolo sostegno pubblico per migliorare notevolmente la stabilità di alcuni settori bancari. Senza un approccio di questo tipo, l’unica soluzione possibile sarebbe un’imposizione da parte dei supervisori di limiti di tempo per la svalutazione degli Npl, che realisticamente richiederebbe diversi anni per raggiungere livelli ragionevoli”.
Il duello tra due Big delle istituzioni comunitarie offre un’idea delle tensioni che attraversano la Ue, già agitata dell’apertura della procedura di infrazione a danno di Portogallo e Spagna, sul fronte delle banche in una giornata particolare, segnata tra l’altro dalla riunione del Cda di Monte Paschi e dall’assemblea della Banca Popolare di Vicenza.
MPS VERSO LA CESSIONE RAPIDA DEGLI NPL GRAZIE AD ATLANTE
In attesa della sospirata “fumata bianca”, il titolo di Mps ha subito ieri un ennesimo tonfo storico sull’onda delle vendite che si sono scatenate, nonostante il divieto Consob delle vendite allo scoperto, dopo le dichiarazioni di Dijssembloem: -5,79% a 0,265 euro per azione, per una capitalizzazione di appena 777 milioni.
Bocche cucite, almeno in via ufficiale, sull’esito del Cda straordinario che ha approvato ieri a Siena la risposta alla Bce. L’ad Fabrizio Viola si è limitato a dire che si e sta “lavorando intensamente” per trovare una soluzione definitiva per gli Npl. Dietro le quinte sembra però delinearsi lo schema di intervento per salvare il terzo istituto italiano.
Si profila un intervento a più fasi: per prima cosa entrerà in campo il fondo Atlante, ricapitalizzato con nuove risorse grazie a un nuovo intervento della Cassa depositi e prestiti e dei privati. Si punta a cedere 10 miliardi di Npl entro due settimane. Intanto, se ci sarà il disco verde della Ue, sarà effettuato nuovo aumento di capitale con garanzia pubblica sull’inoptato. La svolta dovrà arrivare nei prossimi giorni: Mps, nelle attuali condizioni, non sarà in grado di superare lo stress test della Bce il prossimo 29 luglio.
ESPOSTO IN CONSOB DEL BANCO POPOLARE CONTRO MORGAN STANLEY
Contrastato il resto del comparto bancario. In terreno positivo Intesa (+0,6%), Bpm (+0,9%) e Mediobanca (+3,44%), dove ieri si è recato “in visita di cortesia” il neo ad di Unicredit (-0,3%), Jean-Pierre Mustier, che s’insedierà martedì prossimo alla guida dell’istituto.
Sotto tiro Bper (-4,5%) e Banco Popolare (-2,5%), partito in deciso rialzo (massimo di 1,9170 euro) e poi scivolato fino a 1,83 euro. Secondo un report di Morgan Stanley, i risultati degli stress test condotti dall’Eba metteranno in evidenza un deficit patrimoniale potenziale per Montepaschi e Banco Popolare in caso di “scenario avverso”. L’istituto veronese ha reagito con la presentazione di un esposto in Consob contro il broker, che ha comunque ammesso che il recente aumento di capitale dovrebbe aver ridotto la necessità di ulteriori rafforzamenti.
Ieri si è riunita anche l’assemblea della Popolare di Vicenza che ha nominato il Cda che guiderà la banca nel prossimo triennio. Il nuovo presidente Gianni Mion ha affermato che ci potrebbero volere “molti anni per poter ripensare a un’Ipo”, dopo il tentativo fallito ad aprile. In merito a Veneto Banca, invece, nella seduta di ieri del Cda del gruppo tutti i consiglieri hanno rassegnato le proprie dimissioni, a valere dall’assemblea degli azionisti fissata per la nomina del nuovo Consiglio, mentre Cristiano Carrus è stato nominato ad. dell’istituto.
RCS, L’ORA DELLE BUSTE: STASERA LE DUE OFFERTE IN CONSOB
Il duello per Rcs si avvia alla conclusione. Ieri il consiglio di amministrazione della casa editrice ha giudicato “non congruo” l’ultimo rilancio sul prezzo di Cairo Communications sulla base del parere degli advisor e dell’esperto indipendente che hanno indicato come “fair” un prezzo tra 0,8 e 1,13 euro. Roberto Tasca, consultato da Rcs per valutare il secondo corrispettivo dell’Ops incrementato, ha inoltre identificato un intervallo di congruità compreso tra 0,19 e 0,23.
È previsto per oggi il duello finale tra l’editore de La7 e la cordata guidata da Bonomi. I due concorrenti dovrebbero presentare in Consob le loro proposte in buste chiuse, che saranno aperte, poi in tarda serata le due società comunicheranno anche al mercato i termini delle nuove offerte (c’è tempo fino a mezzanotte ma un annuncio potrebbe arrivare prima, intorno alle 22).
L’ultima parola però l’avrà il mercato, che ha tempo fino al 15 luglio per decidere a quale offerta aderire. Intanto i conti del gruppo migliorano: il semestre vede un ebitda a oltre 37 milioni di euro rispetto agli 11,7 del 2015 (+216%). Dopo un primo trimestre in miglioramento, con l’Ebitda passato dai -15,5 milioni del 2015 a -3,4 milioni, nel secondo trimestre il trend è proseguito e l’ebitda ha superato i 40 milioni.
YOOX +6%, TITOLO TOP. AL DECOLLO L’IPO DI ENAV
Deboli gli industriali, a partire da Cnh (-4%) dopo il downgrade di Bank of America Merrill Lynch (raccomandazione abbassata da buy a underperform). Segno meno anche per Ferrari (-0,5%). Recupera invece Fiat Chrysler (+0,98%). Leonardo avanza del +2,03%.
Nel lusso balzo di Yoox (+6,02%), miglio titolo di Piazza Affari, all’indomani del nuovo piano industriale al 2020. La Brexit, secondo la società, non spaventa perché il gruppo vanta un bilanciamento di costi e ricavi in sterline. In Gran Bretagna raccoglie circa un sesto dei suoi ricavi.
Il Tesoro ha deciso di sfidare le turbolenze dei mercati. L’offerta in Borsa di Enav, la società dei controllori di volo, oggi al 100% del Tesoro, inizierà il prossimo 11 luglio. La vendita riguarderà il 46,6% del capitale ad un prezzo compreso nella forchetta tra 2,9 e 3,5 euro per azione.