A caccia dell’impresa. L’Italia arriva al primo “dentro o fuori” del suo Europeo al cospetto della squadra campione in carica, quella Spagna che, nel 2012, si prese la coppa proprio contro di noi. Rispetto a 4 anni fa sono cambiate molte cose ma non la gerarchia di partenza: oggi come allora, infatti, sono le Furie Rosse a giocare da favorite.
“Se usiamo la ragione perdiamo, dobbiamo andare oltre e tirare fuori tutto quello che abbiamo – il pensiero di Antonio Conte. – Per centrare l’impresa servirà qualcosa di straordinario, è una partita senza un domani. Abbiamo grande rispetto per la Spagna ma ci siamo preparati, vogliamo giocarcela senza rimpianti o recriminazioni. Io e i ragazzi non abbiamo nessuna voglia di tornare a casa”.
Il rischio effettivamente è alto, anche se va detto che pure i nostri avversari avrebbero preferito evitarci. Al Saint Denis infatti andrà in scena l’ottavo più suggestivo di quelli visti finora, tanto che, se non fosse tutto così maledettamente serio, verrebbe da sorridere a pensare che il Belgio, battuto nello scontro diretto qualche giorno fa e qualificatosi alle nostre spalle, ha eliminato l’Ungheria e troverà il Galles ai quarti.
Tabellone molto più fortunato del nostro, più simile a una roulette russa (chi passa stasera trova la Germania campione del Mondo) che a un Europeo di calcio, ma tant’è e allora è inutile recriminare: l’unica certezza è che una tra Italia e Spagna sarà costretta a fare le valigie.
“Abbiamo molto rispetto per gli azzurri, siamo squadre dello stesso livello e non esistono favoriti – il pensiero di Vicente Del Bosque. – Non ha senso fare paragoni con il 2012, questa è tutta un’altra storia. Non vedo grandi differenze di condizione fisica o di gioco, servirà grande attenzione”.
È chiaro però che, almeno sulla carta, la Spagna parte con tutti i favori del pronostico. Il tasso tecnico pende notevolmente dalla loro parte e anche l’esperienza di gente abituata a giocare nel Barcellona o nel Real Madrid non può essere paragonata alla nostra. Conte proverà a giocarsela con il solito calcio intenso e organizzato, nella speranza che, al momento giusto, i piedi riescano ad eseguire quanto chiesto dal cervello.
Purtroppo il ct dovrà fare a meno di Candreva, uno degli uomini più in forma e potenzialmente pericolosi per la Spagna di Del Bosque, molto brava nel far girare palla ma un po’ distratta in fase difensiva. Al suo posto ci sarà Florenzi, al terzo ruolo diverso in 4 partite giocate. Per il resto il 3-5-2 azzurro è sostanzialmente deciso: Buffon in porta, Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, Parolo, De Rossi, Giaccherini e De Sciglio (favorito su Darmian) a centrocampo, Eder e Pellé in attacco.
Nessun dubbio invece per Del Bosque, pronto a confermare il solito 4-3-3 con De Gea tra i pali, Juanfran, Sergio Ramos, Piqué e Jordi Alba nel reparto arretrato, Fabregas, Busquets e Iniesta in mediana, David Silva, Morata e Nolito nel tridente offensivo.
Oltre che ai campioni spagnoli i nostri dovranno fare attenzione ai cartellini: son ben 10 gli azzurri che giocheranno con la spada di Damocle della diffida. Si va dai difensori (Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini) ai centrocampisti (De Rossi e Thiago Motta), passando per gli attaccanti (Eder, Zaza e Insigne) fino al portiere di riserva (Sirigu). Nomi grossi, che se squalificati peserebbero moltissimo nell’eventuale quarto con la Germania. A questo però si penserà solo in tarda serata: prima c’è da battere l’armada spagnola, una missione che, se centrata, entrerebbe di diritto nella storia del nostro calcio.