Popolazione anziana e dell’Inghilterra profonda, oltre che del Galles, a favore del Leave; giovani, londinesi, scozzesi e irlandesi del Nord per il Remain. Così si divide la mappa del voto in base ai criteri demografici e geografici. A colpire in particolare è la suddivisione del voto, che ha coinvolto oltre 30 milioni di britannici con una affluenza alta, in base al primo criterio, quelle delle fasce di età: secondo i sondaggi del sito YouGov quasi tre giovani su 4 tra i 18 e i 24 anni in Europa ci volevano rimanere, così come anche il 54% della fascia 25-49. Ma a decidere sono stati i più anziani, e di netto: il 58% nella fascia 50-65 anni e soprattutto il 64% degli over 65 di stare nell’Unione non ne volevano più sapere.
Anche territorialmente sono emerse differenze nette: nelle grandi città, soprattutto a Londra con punte del 70-80% in favore del Remain in alcune zone, c’è voglia d’Europa, molto meno nelle zone per così dire rurali. Un esempio del fenomeno è Galles, complessivamente a favore del Leave per il 53%, ma nella capitale Cardiff il Remain è arrivato al 60%. Per quanto riguarda l’Inghilterra, la zona più europeista è come detto quella di Londra mentre il feudo dell’anti-europeismo è risultato essere la parte centro-settentrionale del Paese, in particolare nelle zone interne: nell’area a est di Leicester e Nottingham si sono raggiunte punte del 70-80%.
I più europeisti di tutti (e non a caso i meno “britannisti”) sono senza dubbio gli scozzesi: lì ha stravinto il No col 62%, dopo che nel settembre 2014 era fallito il referendum per uscire dal Regno Unito, con gli indipendentisti che si erano fermati al 45%. Anche l’Irlanda del Nord avrebbe preferito restare nell’Unione, soprattutto nelle zone al confine con l’Irlanda, Paese dell’Ue dal quale dipende l’economia di Belfast e dintorni: il 56% aveva detto No.
La mappa del voto del New York Times.