Mattinata difficile per i listini europei: sui mercati pesano la cautela legata al referendum sulla Brexit del 23 giugno, le tensioni relative alle mosse della Fed la debolezza delle borse asiatiche. Anche l’intervento di Mario Draghi, che ha chiamato alle riforme i governi europei, ha appesantito gli indici, che subito dopo le parole del presidente della Bce hanno accentuato il proprio calo.
Milano cede lo 0,85% in tarda mattinata, ma fa meglio degli altri principali listini europei: Francoforte -1,28, Londra -0,99 e Parigi, -0,93%.
Molta attenzione sui titoli bancari, che dopo il crollo di ieri cercavano un difficile rimbalzo. Dopo un’apertura in forte calo, il comparto ha ritracciato, viaggiando poco sotto la parità con titoli in altalena.
Banco Popolare, per cui proseguono le operazioni di aumento di capitale, cede il 2,08%, mentre Unicredit guadagna l’1,02%, nel giorno del cda sulla nomina del nuovo CEO, segnalandosi come uno dei titoli più brillanti sul listino italiano. Tra i bancari positivi anche Ubi +0,20% e Banco Popolare dell’Emilia Romagna, maglia rosa del Ftse Mib con +1,89%.
Giornata nera, invece, per i petroliferi, il cui indice cede oltre l’1%, nonostante il greggio abbia toccato nella notte i livelli più elevati degli ultimi mesi, con il future sul Brent che si è spinto fin sui 52,84 $/barile, ai massimi da ottobre. Deboli Tenaris -1,39%, Eni -1,49% e Saipem -2,31%, ieri in rialzo grazie alle indiscrezioni su una possibile commessa in arrivo da parte di Saudi Aramco.
Continua anche il calo di Fiat Chrysler, che perde l’1,65%, dopo il -0,6% segnato nella giornata di ieri a seguito delle voci su una possibile partnership con Uber Technologies.
Male anche Buzzi Unicem -3,64%, Yoox Net-A-Porter Group -3,41%, Stmicroelectronics -2,32%, Unipol -2,19% e Leonardo-Finmeccanica -2,14%.
Dopo la notizia che la Bce ha acquistato le obbligazioni emesse dalla compagnia, Telecom Italia ha iniziato a risalire la china, passando in territorio positivo +0,23%.