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Poste: il Tesoro mette sul mercato il suo 29,7%

Dopo il conferimento di una quota del 35% di Poste Italiane alla Cdp tramite un aumento di capitale riservato da 2,9 miliardi di euro della Cassa, il Tesoro collocherà in Borsa la quota di cui rimane in possesso.

Poste: il Tesoro mette sul mercato il suo 29,7%

Il Consiglio dei ministri ha emanato ieri decreto attraverso cui il Tesoro formalizza l’intenzione di collocare il 29,7% di Poste Italiane sul mercato. La settimana scorsa il Tesoro aveva annunciato il conferimento di una quota del 35% di Poste Italiane alla Cdp tramite un aumento di capitale riservato da 2,9 miliardi di euro della Cassa. Contestualmente aveva reso noto l’intenzione di collocare sul mercato la quota di Poste (a piazza Affari dall’ottobre scorso) di cui resta in possesso dopo l’operazione di conferimento a Cdp, pari appunto al 29,7% del capitale.

“Il Consiglio dei ministri – si legge nella nota di Palazzo Chigi – ha approvato, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che definisce i criteri di privatizzazione e le modalità di dismissione di una ulteriore quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Poste Italiane S.p.A. tale da mantenere una partecipazione pubblica, anche tramite Cassa Depositi e Prestiti, nel capitale della Società non inferiore al 35%”.

L’alienazione della ulteriore quota “potrà avvenire anche in più fasi – prosegue la nota – e si realizzerà attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali. Per favorire la partecipazione all’offerta del pubblico indistinto dei risparmiatori e dei dipendenti, lo schema di decreto prevede specifiche forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione. Tali forme di incentivazione potranno riguardare quote dell’offerta riservate e/o il prezzo (anche differenziato per pubblico indistinto e dipendenti)”.

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