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Calendario Pirelli 2017 nelle mani di Peter Lindbergh

Sarà il celebre fotografo tedesco, che ha introdotto una nuova visione dell’arte e della fotografia di moda, a realizzare la nuova edizione del Calendario – Parte delle immagini a New York – Chi è Lindbergh

Calendario Pirelli 2017 nelle mani di Peter Lindbergh

E’ Peter Lindbergh il fotografo al quale Pirelli ha deciso di affidare la creazione del nuovo Calendario Pirelli 2017. Parte delle immagini verranno realizzate a New York. Lindbergh, 72 anni, considerato una delle firme più autorevoli della fotografia al mondo, ha già collaborato con Pirelli in altre tre occasioni, sempre negli Stati Uniti. Nel 1996, quando scattò in California con modelle del calibro di Eva Herzigova, Carré Otis e Nastassja Kinski. Nel 2002 a Hollywood quando ritrasse, tra le altre, Kiera Chaplin, Brittany Murphy e Mena Suvari. E più recentemente, nel 2014, quando partecipò al progetto celebrativo per il 50esimo anniversario di The Cal™, insieme a Patrick Demarchelier: realizzando un’immagine iconica con le top model Alessandra Ambrosio, Helena Christensen, Isabeli Fontana, Miranda Kerr,  Karolina Kurkova e Alek Wek.(per saperne di più si veda http://culture.pirelli.com/global/it-it/pirelli-sceglie-peter-lindbergh e https://twitter.com/pirelli).

Nato a Lissa in Germania, Lindbergh ha vissuto in gioventù a Duisburg dove iniziò a lavorare presso uno store di tendaggi prima di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Berlino nei primi anni 60. Di quei tempi Lindbergh ricorda il fascino che esercitava su di lui l’arte di Van Gogh. Ma non doveva essere la pittura il suo campo di applicazione ma la fotografia.  Il primo incontro con il mondo delle immagini avvenne nel 1971  quando, dopo un periodo di permanenza ad Arles tornò in Germania a Dusseldorf dove lavorò per due anni presso il fotografo tedesco Hans Lux prima di aprire un proprio studio. In poco tempo si fece notare tanto da essere chiamato dal gruppo Stern dove incontra maestri della fotografia come Helmut Newton,  Guy Bourdin e Hans Feurer. Nel 1978 quando si trasferisce a Parigi, Lindbergh era già considerato un innovatore per la sua scelta di campo tutta orientata a un nuovo realismo che ridefinisse il concetto di bellezza con immagini senza tempo e completamente slegate dall’effimero della moda. Per Lindbergh “l’obiettivo di ogni fotografo dovrebbe essere quello di liberare la donna dall’ossessione della giovinezza e della perfezione”. E’ questo il manifesto della sua fotografia che mette al bando il patinato con ritocchi e photoshop, cercando in ogni scatto di mettere in risalto l’anima e la personalità, qualità che il passare del tempo non intacca. Lindbergh è stato anche il primo fotografo ad abbinare all’immagine la sua narrazione. E i suoi testi hanno introdotto una nuova visione dell’arte e della fotografia di moda. Nel 1988, Lindbergh, già ai vertici della fotografia mondiale, ha lanciato in orbita una nuova generazione di modelli che aveva da poco scoperto, immortalandoli tutti vestiti in camicia bianca. Un anno dopo ha fotografato Linda Evangelista, Naomi Campbell, Cindy Crawford, Christy Turlington e Tatjana Patitz, insieme per la prima volta, per la copertina di Vogue Uk del gennaio 1990, divenuta ormai un cult come sarebbe stato l’edizione 2009 di “Dieux du Stade” in cui Lindbergh mise a nudo alla sua maniera gli eroi della palla ovale francese.  Oggi la cifra artistica di Lindbergh, rappresentato dalla prestigiosa Gagosian Gallery, fa parte di mostre permanenti nei più celebri musei del mondo, dal Victoria & Albert Museum di Londra al Moma di New York, dal Puskin di Mosca al Centre Pompidou di Parigi fino, più recentemente, al Thyssen-Bornemisza Museum di Madrid.

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