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Strade, una risorsa per lo sviluppo del Paese

“Manutenzione, Patrimonializzazione, Certificazione e Asset finanziari di valorizzazione delle strade, sono stati i temi centrali del convegno tenutosi oggi a Palazzo San Macuto della Camera di Deputati e organizzato da Finco – La presidente Carla Tomasi: “La sicurezza è un nodo strategico e un’opportunità”.

Strade, una risorsa per lo sviluppo del Paese

La strada come patrimonio e come risorsa per lo sviluppo del Paese. Questo il tema principale trattato oggi nel corso della tavola rotonda tenutasi presso la Sala del Refettorio – Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati organizzata dalla Finco, Federazione che riunisce 38 Associazioni che si occupano di sicurezza stradale e lavorazioni specialistiche, e patrocinata da Anas e Accredia (Ente Unico Nazionale di Accreditamento).

Titolo del Convegno: “Manutenzione, Patrimonializzazione, Certificazione e Asset finanziari di valorizzazione delle strade”. Presenti all’iniziativa il Presidente Anas Gianni Vittorio Armani, il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture Paolo Baretta, Il Relatore del DdL della riforma del Codice della Strada Vincenzo Gibiino, il Presidente di Acredia Giuseppe Rossi, quello di Finco Carla Tomasi, Il numero uno di Aci Angelo Sticchi Damiani, il Presidene della Commissione Lavori Pubblici del Senato Alterno Matteoli, il Presidente della Commissione Trasporti della camera Michele Pompeo e l’onorevole Emilio Minnucci.

Al centro dell’incontro alcuni dei temi principali riguardanti le strade: manutenzione, sicurezza, investimenti, ma soprattutto il bisogno di intraprendere un nuovo approccio che valorizzi le strade attraverso la trasformazione del concetto di “spesa manutentiva” in “investimento manutentivo”.

Nonostante nel corso degli ultimi dieci anni il numero di incidenti sulle strade italiane sia diminuito, il risultato non è ancora in linea con i dati raggiunti dal resto dell’Europa. Ogni giorno avvengono circa 400 incidenti, causati soprattutto dalla velocità e dalla “vetustà” dei manufatti stradali.

Proprio per questo  motivo, la Presidente di Finco, Carla Tomasi, ha sottolineato l’importanza che il nostro Paese ponga in essere un nuovo approccio nei confronti di un tema così importante: “Si tratta di pensare alla strada come patrimonio e, quindi, gli interventi ad essa destinati come un investimento ed una valorizzazione di un importante asset comune e non più solo come fonte di spesa”.

Un percorso “patrimoniale” in cui Finco crede molto e nel quale ha coinvolto, oltre alle istituzioni, Accredia e la Fondazione Mapi. La prima per quanto riguarda la certificazione per tratte delle strade, la seconda per l’analisi degli aspetti relativi alla finanziarizzazione del patrimonio stradale nazionale.

“La sicurezza sulle strade – ha continuato Carla Tomasi – è infatti un nodo strategico non solo sotto il profilo del rischio e delle criticità, ma anche sotto quello delle opportunità”.

Durante l’incontro è emersa la necessità di considerare un ulteriore aspetto nell’approccio che l’Italia riserva alla rete viaria: il Valore. “Per dare valore – ha sottolineato la Presidente di Finco – è necessario censire, investire in manutenzione, certificare l’efficienza degli investimenti e della gestione, infine studiare le possibilità di realizzare valore aggiunto. E’ un percorso complesso che non può non partire dalla centralità strategica della manutenzione”.

Infine, occorre porre molta attenzione su un ultimo tema, quello delle risorse, che devono essere certe e continuative. In questo ambito, fondamentale importanza acquisisce il completamento del Catasto delle Strade. “Occorre che veda concreta attuazione quanto già disposto dall’articolo 208 del Codice della Strada, così come rivisto dalla L. 120/10, che prevede che il 50% delle contravvenzioni elevate dei vari organi di vigilanza venga destinato alla sicurezza stradale”, ha affermato la Presidente Tosoni. “Solo attraverso risorse certe ha concluso la numero uno di Finco – sarà possibile passare ad un modello di interventi eseguiti non in regime di emergenza, ma “a regime”, in base al consolidato modello operativo del Risk and Crisis Management”.

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