L’industria del risparmio gestito italiano ha chiuso il primo trimestre con una raccolta netta positiva per 27,5 miliardi di euro, in progresso dai 20,3 miliardi nel trimestre precedente, anche se ben lontani dai 55,4 miliardi del primo trimestre del 2015, che era stato per altro il migliore dello scorso anno. Lo ha comunicato giovedì Assogestioni, precisando che il patrimonio gestito ha comunque toccato il nuovo massimo storico di 1.857 miliardi, contro 1.834 miliardi di fine dicembre 2015 (e i 1.735 miliardi al 31 marzo 2015).
In particolare, sempre nei primi tre mesi dell’anno i fondi aperti hanno registrato una raccolta netta positiva di 13,4 miliardi, in consistente progresso dai 9,3 miliardi dell’ultimo quarto del 2015. Per le gestioni di portafoglio il saldo è stato pari a +14 miliardi, in accelerazione dai 10,5 miliardi degli ultimi tre mesi del 2015, e in gran parte è stato appannaggio delle gestioni di prodotti assicurativi (12,5 miliardi da 2,6 miliardi).
Tra i fondi aperti, il trimestre ha riportato alla ribalta i monetari con una raccolta netta di 7,7 miliardi, contro i -213 milioni nei tre mesi precedenti. Tra i fondi di lungo termine la spuntano i flessibili, con 3,2 miliardi, ma il dato è la metà rispetto ai 6,8 miliardi del trimestre precedente. È calato l’interesse per gli azionari (1,22 miliardi contro 3,46 miliardi) e hanno perso smalto i bilanciati (957 milioni contro 1,4 miliardi).
Gli obbligazionari tornano in positivo per 360 milioni contro i -2,05 miliardi degli ultimi tre mesi del 2015. Il confronto tra nazionalità vede l’inequivocabile supremazia dei fondi di diritto estero con una raccolta netta positiva per 14,77 miliardi (da 6,5 miliardi nei tre mesi precedenti), mentre i fondi di diritto italiano chiudono il trimestre a -1,38 miliardi contro +2,7 miliardi.
Il patrimonio delle gestioni collettive alla fine di marzo – indica inoltre la mappa trimestrale di Assogestioni – totalizzava 897,2 miliardi, pari al 48,3% del totale contro 898,8 miliardi a dicembre 2015 (49%). Per i fondi aperti era pari a 847,6 miliardi, in calo dagli 850 miliardi di tre mesi prima, mentre per i fondi chiusi il totale è di 49,6 miliardi contro 48,8 miliardi. Il patrimonio delle gestioni di portafoglio ammontava a fine marzo a 959,9 miliardi da 935,3 miliardi, con l’avanzata delle gestioni di prodotti assicurativi a 665,6 miliardi (35,8% del totale) da 639,5 miliardi (34,9%).
Tra i fondi aperti, gli obbligazionari restano al primo posto per patrimonio gestito con 351,4 miliardi (41,5% del totale) contro 349,2 miliardi a fine dicembre 2015 (41,1%). I flessibili totalizzano una massa gestita di 201 miliardi (23,7% del totale) contro 203,8 miliardi (24%).
Gli azionari calano a 178,9 miliardi da 188,4 miliardi (21,1% dal 22,2%). I bilanciati sono a 68,4 miliardi, non molto distanti dai 68 miliardi di fine dicembre. I fondi monetari, complice lo sprint degli ultimi mesi, totalizzano un patrimonio di 42,4 miliardi, pari al 5% del totale dei fondi aperti, contro il 4,1% a fine 2015.
Per nazionalità, i fondi di diritto estero svettano con un patrimonio di 618,4 miliardi, pari al 73% del totale, in aumento dai 615,5 miliardi dell’ultimo quarto del 2015 (72,4%). Gli italiani, invece, arretrano a 229,15 miliardi (27%) da 234,4 miliardi (27,6%).
Passando alla performance dei singoli gestori quale emerge dalla mappa trimestrale di Assogestioni, il gruppo Generali – numero uno del settore – chiude il primo quarto del 2016 con una raccolta netta di 9,68 miliardi di euro, per 6,7 miliardi in fondi aperti e per 2,2 miliardi in gestioni di prodotti assicurativi. Il patrimonio gestito dal Leone è di 464,6 miliardi, pari al 25,7% del totale del settore e il patrimonio promosso è di 423,6 miliardi.
Il gruppo Intesa Sanpaolo nei tre mesi ha segnato una raccolta netta di 5,15 miliardi, trainata da Eurizon Capital (4,57 miliardi), mentre Fideuram concorre con 578 milioni. Il patrimonio gestito dal numero due del risparmio gestito italiano ammonta a 353 miliardi, pari al 19,5% del totale e il patrimonio promosso sfiora i 350 miliardi.
Pioneer Investments (gruppo Unicredit) chiude il trimestre con deflussi netti per 526,7 milioni, che risultano dal saldo negativo per -1,56 miliardi dei fondi aperti solo in parte controbilanciato da +1,02 miliardi delle gestioni di prodotti assicurativi. Il patrimonio gestito totale ammonta a 141,7 miliardi, pari al 7,8% del totale e il promosso è a 140,4 miliardi.
Anima Holding, numero quattro del settore, nei primi tre mesi del 2016 segna una raccolta netta positiva per 4,49 miliardi, con un patrimonio netto di 69,3 miliardi (3,8% de totale). Le Poste Italiane seguono da vicino con un patrimonio gestito di 69 miliardi, dopo avere chiuso il trimestre con una raccolta netta di 1,36 miliardi.
Per Allianz (numero sette del comparto) il trimestre si conclude con deflussi netti per 479 milioni e un patrimonio gestito di 47,2 miliardi.
Il gruppo Ubi Banca segna 1,37 miliardi di raccolta netta e un patrimonio di 46,7 miliardi. Mediolanum, numero nove dell’industria, in base ai dati Assogestioni registra una raccolta netta di 563 milioni e un patrimonio gestito di 40,49 miliardi.
In evidenza anche Amundi con una raccolta di 1,34 miliardi nel trimestre, Azimut con un saldo netto di 1,04 miliardi, il Banco Popolare con 978,6 milioni, il gruppo Bnp Paribas con 1,89 miliardi, JP Morgan Am con 895 milioni. Prevalgono i deflussi, tra gli altri, per Invesco (-706 milioni), Franklin Templeton (-1,5 miliardi) e M&G Investments (-942 milioni).