“È una legge equilibrata, di compromesso, su cui non tutti possono esultare. Per alcuni è poco, per altri troppo. Ma adesso è realtà: dopo anni in cui gli altri chiacchieravano noi l’abbiamo fatta”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite di ‘Porta a Porta’ a proposito del provvedimento sulle unioni civili.
“Se sei convinto che una cosa sia giusta, la fai. E se dovrai pagare le conseguenze in termini elettorali, le pagherai. Le cose che dobbiamo fare le stiamo facendo, indipendentemente dal rischio di perdere consensi”, ha aggiunto il Premier in merito agli avvertimenti di alcuni settori del mondo cattolico, che hanno minacciato di votare no al referendum costituzionale dopo il via libera alle unioni civili.
Un collegamento che il Renzi ha giudicato “forzato”. Il presidente del Consiglio ha ricordato la sua fede cattolica, ma ha spiegato: “Faccio politica da laico, ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo. Conoscendo anche il mio mondo sapevo che ci sarebbero state polemiche e mi sarei stupito del contrario. Trovo ingiusto però non valorizzare quanto è stato fatto per arrivare a una soluzione equilibrata. Trovo invece più forzato il collegamento col referendum costituzionale”.
Quanto alla fiducia, “serve per andare più veloci, ma è anche un rischio. Io ho detto che su questa cosa mi gioco la faccia del governo. Se vai sotto il governo va a casa…”. E sul numero delle richieste di fiducia, Renzi ha ribattuto: “Su un provvedimento atteso da così tanto tempo, faccio fatica ad un approccio tecnocratico sul numero delle fiducie. E’ secondario. Ci sono persone che tornano ad avere rispetto dalle istituzioni e dalla cosa pubblica”.
Perché “da trent’anni – ha concluso Renzi – si discute di tante questioni: riforme Costituzionali, mercato del lavoro, tasse, e da molti anni (dall’88) si discute del riconoscimento dei diritti alle coppie dello stesso sesso. E si è discusso a lungo, con opinioni che sono anche cambiate e io stesso ho avuto modo di riflettere. Tutte le volte si prometteva una legge, ma era materia di campagna elettorale non di attività parlamentare. Ora finalmente le cose si fanno”.