Il gruppo Mediobanca chiude il terzo trimestre 2015-16 con un utile netto di 121,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 205 milioni di 12 mesi prima, ma in progresso del 58% sul trimestre precedente. L’Ad Alberto Nagel, in conference call, prospetta un miglioramento del dividendo per l’esercizio in corso “se non ci saranno eventi straordinari”, preannuncia il nuovo piano industriale per novembre e su Rcs precisa che non ci sono al momento proposte alternative e che Mediobanca valuterà con attenzione quella presentata da Cario Communication.
Il titolo è in progresso in Borsa, in controtendenza sugli altri bancari che viaggiano in profondo rosso, e segna +0,48% alle 10,15 dopo aver toccato una punta di +2,2% ad inizio mattinata.
Sulle banche, afferma Nagel, “Renzi e Padoan hanno agito con pragmatismo e coraggio” ma auspica anche un’accelerazione che consente al sistema di acquisire dimensioni più adeguate:”Quello che serve al sistema bancario italiano – ha affermato in conference call – è un piano credibile di consolidamento del settore che è troppo frammentato. Noi facciamo la nostra parte” con le competenze di banca d’affari, “ma il punto è che serve un accelerazione del consolidamento”, ha aggiunto Nagel.
Venendo alla trimestrale, nei primi nove mesi il risultato netto totalizza 442,4 milioni, con una flessione del 5% sull’anno prima da attribuirsi “unicamente” – spiega la banca – a poste non ricorrenti, ovvero al contributo di 57 milioni al Fondo di risoluzione.
I dati sono nettamente migliori delle attese degli analisti che puntavano in media a un utile di 90 milioni sul trimestre e di 411 milioni sui nove mesi.
Stabile a 1,51 miliardi (+0,2%) nei 9 mesi il margine di intermediazione, che è sostenuto da un lato dall’aumento dell’8% del margine di interesse a 906 milioni sulla spinta in particolare del credito al consumo e dall’altro risente del calo dei proventi da tesoreria (-46% a 97,4 milioni) e delle commissioni (-6,8% a 336,4 milioni).
In aumento dell’8% gli impieghi a 34,8 miliardi, così come la raccolta (+6% a 45,5 miliardi). In riduzione le rettifiche su crediti (-22% a 319 milioni) e il costo del rischio (a 126 punti base). Il cost/income è al 42%.
A livello patrimoniale, l’indice Cet 1 risulta del 12,5% (12,4% al 31 dicembre) e al 13,2% fully phased (da 13,4%). Il Gruppo Mediobanca – sottolinea il comunicato – “compensa il marcato trend negativo dei mercati finanziari ed i tassi di interesse ai minimi storici con la diversificazione delle attività e l’elevata qualità degli attivi” che porta a una crescita dei risultati industriali.
DIVIDENDO
“Siamo ragionevolmente confidenti che anche questo trimestre sarà un buon trimestre”, ha detto Nagel. “Ovviamente impatta lo scenario dei tassi, ma la diversificazione dei ricavi è tale da farci presumere che anche quello in corso sarà un trimestre interessante”. A proposito delle prospettive per l’utile dell’esercizio e la cedola, il ceo di Mediobanca ha poi indicato che se nel contesto “non ci saranno eventi straordinari di tipo negativo, dovremmo poter chiudere l’anno in modo altrettanto positivo e quindi puntare a un miglioramento del dividendo“.
VENETO BANCA
“Valuteremo” un intervento nell’ambito dell’Ipo “se fosse utile o indispensabile alla quotazione” della banca, ha ancora precisato Nagel. E ha ricordato che la disponibilità ad intervenire con la Pop Vicenza, con un investimento di 75 milioni di euro e l’assunzione di una quota del 5%, era anche legata al fatto che Mediobanca era tra gli arranger dell’Ipo della Bpvi, mentre non lo è nel caso di Veneto Banca.