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Rcs, Mediobanca: “Cerchiamo alternative a Cairo”

Mediobanca valuterà eventuali proposte alternative all’ops su Rcs lanciata da Cairo Communication lo scorso 8 aprile. – Dopo i rilievi mossi dalla Consob Alberto Nagel taglia corto:” Mediobanca si riserva di valutare ogni opzione, ivi incluso il mantenimento della stessa o eventuali proposte alternative, di cui possa essere destinatario”.

Rcs, Mediobanca: “Cerchiamo alternative a Cairo”

“Destinatari”. In questa parola risiede la chiave delle parole, scontate fin che si vuole ma pronunciate oggi, dall’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, sul ruolo della banca nell’eventualità di una contro-offerta su Rcs rispetto all’Ops lanciata da Cairo. Da sottolineare inoltre che l’istituto ha diramato stamattina un comunicato con il quale “si riserva di valutare ogni opzione per la miglior valorizzazione della propria partecipazione, ivi incluso il mantenimento della stessa o eventuali proposte alternative, di cui possa essere destinatario”. In ogni caso, per Mediobanca l’offerta di Cairo per Rcs è troppo bassa.

Parlando della Consob, venerdì 6 maggio Cairo ha fatto sapere che l’ente di controllo ha richiesto ulteriori informazioni sull’offerta, sospendendo i termini dell’esame del Prospetto, il cui via libera ora è atteso per fine maggio.

Scendendo nel dettaglio, le informazioni riguarderebbe in primis l’assenza di un piano industriale a supporto dell’offerta. Secondo la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa non sarebbero state indicate prospettive di integrazione tra i mezzi e nella raccolta pubblicitaria, né sinergie di costo o di acquisto. L’assenza di un piano industriale si può intendere sia su base stand alone (Cairo ad oggi non ha reso pubblico un piano con i relativi obiettivi, diversamente da quanto fatto da Rcs) e questo rende difficile valutare il controvalore offerto, sia su base combinata, cioè un piano per estrarre valore mediante sinergie od altro. Quest’ultimo, in assenza di fusione e data la possibilità che Cairo accetti anche un numero di azioni inferiori al 50.1%, sarebbe in ogni caso limitato dalle complicazioni di governance (conflitti, parti correlate) e strutturali (due società separate).

I dubbi della Consob riguarderebbero inoltre l’assenza di indicazioni sugli assetti futuri e sui programmi di fusione e di coordinamento/gestione di due gruppi quotati che hanno core business diversi e modelli di business diversi. Non sarebbe stata ad esempio fornita da Cairo un’indicazione sul livello di accettazione al quale lui rinuncerebbe all’offerta (il 50.1 è una condizione a cui lui potrebbe rinunciare). Questo lascia aperta la possibilità di acquisto di una partecipazione superiore al livello di opa obbligatoria. Non è neanche chiaro se la sua decisione eventuale di procedere ad una fusione sia legata al livello di accettazioni o meno.

La Commissione ha poi rilevato l’insufficienza nel Prospetto di approfondimenti sui risultati trimestrali e outlook a sei/nove mesi della Cairo Communication. Infine le condizioni poste relativamente al debito di Rcs possono incidere sul negoziato sul debito con le banche.

La Consob fa ovviamente la sua parte ma su Rcs la partita resta apertissima e scalda il mercato: anche oggi, in una seduta borsistica calante, il titolo Rcs guadagna a metà giornata il 2,28%.

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