Vincenzo NIbali su tutti, poi Mikel Landa e Alejandro Valverde: saranno loro i principali “fighters for pink” per la vittoria finale nel 99esimo Giro d’Italia che parte oggi in Olanda con una cronometro di 9,8 km ad Appeldoorn. Ci sono 198 partenti ma non si vedono altri possibili competitors ai tre primi favoriti della vigilia anche perché l’elenco degli assenti è davvero…un parterre de roi: manca Alberto Contador, l’ultima maglia rosa, che fallita la doppietta Giro-Tour, ha centrato tutta la sua stagione sulla Grande Boucle. Lo stesso ha fatto Nairo Quintana, fresco vincitore del Tour de Romandie.
Anche Fabio Aru, la forza “numero due” del ciclismo italiano, secondo nel 2015 dietro a Contador, sta preparando il suo esordio sulle strade di Francia. Dopo averci provato più volte, anche Joaquim Rodriguez ha preferito dare forfait. Quanto a Chris Froome, latitante fisso del Giro, si è ormai specializzato a correre praticamente solo il Tour dove si presenterà a luglio per centrare il tris. Assenze pesanti ma bisogna rassegnarsi nel ciclismo d’oggi dove è quasi scomparso il corridore capace di cimentarsi ovunque.
È un ciclismo sempre più di specializzati che in compenso si è messo a correre in ogni mese dell’anno, inseguendo la bella stagione dall’Australia alle Americhe, dall’Europa all’Asia per inventarsi le corse e i giri più disparati, una sequenza di competizioni, imposte dagli sponsor, senza anima e senza storia. Vedere una volata di Cavendish nel Giro della Turchia o dello Yorkshire è come bere champagne in un bicchiere di plastica.
In un ciclismo siffatto sarà sempre più difficile vedere tutti i big impegnati nella stessa corsa come normalmente succedeva nelle epoche passate, ai tempi di Coppi ma anche di Merckx. Solo il Tour ha forse mantenuto intatta l’attrazione di sempre. Il Giro – è triste a dirlo – l’ha di fatto persa. Non è colpa di Nibali, uno dei rari big completi oggi in circolazione, ma obiettivamente altri campioni della sua caratura in questo Giro non se ne vedono.
Landa, che ritorna da capitano del Team Sky dopo aver dominato il Giro del Trentino, deve confermare quanto di buono ha fatto vedere l’anno scorso ma è tutto da verificare nella tenuta. Valverde è un campione completo, capace di vincere la Vuelta e le grandi classiche delle Ardenne, ma al Tour e al Giro è sempre uscito anzitempo dai giochi per la vittoria finale. Ecco perché Nibali, tornato al Giro dopo due anni di assenza, ha assunto subito il ruolo di superfavorito, lo stesso che ha avuto Alberto Contador l’anno scorso.
Allora per fortuna emersero Aru e Landa, compagni nell’Astana, a rendere la vita meno facile al Pistolero spagnolo che vinse il Giro ma penò non poco nel tappone finale del Sestrière. Quest’anno al di fuori dello stesso Landa e di quell’usato sicuro che è Valverde non si vede chi possa mettere alle corde NIbali che parte oggi da Appeldoorn deciso a bissare il successo del 2013. Dovrebbero bastargli le tante montagne da affrontare nell’ultima settimana per fare il vuoto alle sue spalle, a partire dalla crono in salita di 10,8 km all’Alpe di Siusi, nel cuore delle Dolomiti che quest’anno precedono le Alpi.
Il Colle dell’Agnello, in programma nella 18esima tappa, sarà la cima Coppi con i suoi 2744 metri da scalare prima dell’arrivo in altura a Risoul. Terribile il tappone successivo che ripercorre alcune salite mitiche del Tour con, in successione, il Col du Vars, il Col de la Bonnette, il Col de la Lombarde e l’ascesa finale a Sant’Anna di Vinadio.
Nibali è quotato vincente a 2,50. Landa a 3,50. Valverde a 7,50. Molto più indietro sono il russo Zakharin, vincitore del Giro della Svizzera dell’anno scorso, e il colombiano Rigoberto Uran, vecchia conoscenza del Giro, che sembrava dover vincere nel 2014 prima di crollare, lui scalatore, proprio sulle montagne di fronte alla superiorità di Nairo Quintana. Senza Contador, la Tinkoff punta su Rafal Majka ma il polacco, ottimo corridore, ha sempre avuto la giornata di crisi che l’ha messo fuori corsa nei grandi Giri.
Se per la lotta ai vertici il Giro attende ancora di sapere chi sarà davvero l’anti-Nibali, al contrario per le vittorie di tappa si prevede una furiosa battaglia a tre nelle volate tra Marcel Kittel, il tedesco che dopo un 2015 in ombra punta a riconquistare lo scettro dei velocisti, André Greipel, il Gorilla tedesco che difficilmente resta a secco, e Arnaud Demare, il francese trionfatore nell’ultima Sanremo.
Senza dimenticare Fabian Cancellara, con Nibali e Valverde il più popolare campione in lizza in questo Giro. Cancellara, che mancava al Giro da otto anni, è uno dei favoriti per indossare la prima maglia rosa nella crono di apertura. Il suo maggior antagonista dovrebbe essere l’olandese Tom Dumoulin, uno dei più forti specialisti delle gare contro il tempo in circolazione.