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Borsa, crollano le banche ma Fca, la moda e Rcs corrono

Zavorrata dalle banche, che accusano perdite fino a oltre il 7% dopo lo stop alla Popolare di Vicenza, Piazza Affari chiude in rosso ma il ribasso è limitato dal balzo della galassia Agnelli, da Moncler, Ferragamo, Luxottica e da Rcs – Positivi i listini di Francoforte e Parigi – L’euro è ai massimi da nove mesi

Atlante sorreggerà le banche? Per ora il fondo non sorregge la Borsa. Già venerdì, all’indomani della presentazione alla comunità finanziaria del fondo, la Borsa era tracollata. E oggi su Piazza Affari le vendite sono continuate in scia allo stop dell’Ipo della Banca Popolare di Vicenza, in mano per oltre il 90% al fondo Atlante dopo l’aumento di capitale che ha ricevuto scarsissime adesioni. Borsa Italiana ha negato l’autorizzazione alla quotazione per il flottante troppo scarso (circa l’8%). Il risultato è che “il provvedimento di ammissione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza è da considerarsi decaduto”. Alcuni investitori, come per esempio Mediobanca, che avevano sottoscritto parte dell’aumento di capitale a condizione che la società venisse quotata hanno così ritirato l’investimento. Il fondo Altante è salito al 99%.

Il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,97% contro le altre principali piazze europee che hanno archiviato la seduta in territorio positivo. Parigi, Francoforte, mentre oggi Londra è chiusa.

In Europa gli umori sono stati sostenuti dall’indice con l’indice Pmi salito a 51,7 ad aprile da 51,6 di marzo.  Non è riuscito a contrastare l’effetto Vicenza, il buon dato dell’Italia, che ad aprile risulta essere la migliore dell’Eurozona, col miglior risultato da dicembre e meglio di Francia (in contrazione) e Germania (in miglioramento ma meno delle attese). Il settore manifatturiero in Italia registra all’inizio del secondo trimestre la più forte crescita in quattro mesi, con la ripresa della produzione spinta dall’aumento dei nuovi ordini, e sopra il consensus.

Nel pomeriggio Mario Draghi, in un intervento a Francoforte, ha detto che non c’è alternativa all’espansione monetaria continuata: senza tassi a livello attuale l’economia sarebbe bloccata in recessione. Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund a 128 punti base, stesso valore raggiunto venerdì in chiusura. Stabile anche il rendimento dei decennali italiani, fermo all’1,57%.

I dati macroeconomici arrivati da oltreoceano non aiutano il sentiment: negli Usa l’attività industriale è frenata. L’indice Ism sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere americane è sceso ad aprile a 50,8 da 51,8 di marzo contro attese per 51,4. Le spese per costruzioni sono salite dello 0,3% a marzo, ma meno delle previsioni (+0,6%).

Tuttavia a Wall Street gli indici si muovono in rialzo con il Dow Jones che sale dello 0,26% e l’S&P500 dello 0,25%. Debole il dollaro mentre si allontana la prospettiva di un nuovo aumento dei tassi. Il cambio euro dollaro sale dello 0,46% a 1,151525.

Chiuse per festività le altre piazze asiatiche, con l’eccezione di Tokyo che però questa mattina è scivolato del 3,11% accusando la forza dello yen sul dollaro. Il petrolio Wti cede il 2,63% a 44,71 dollari al barile.

A Piazza Affari crollano il Banco Popolare -7,3%, Bmps -5,52%, Bpm -6,04%, Ubi Banca -4,92%. Giù tra le peggiori blue chip anche Saipem -5,17%.

Scivola Ferrari -0,82% dopo la trimestrale e l’avvicendamento alla guida della società: Sergio Marchionne è subentrato come ad a Amedeo Felisa, manterrà anche la carica di presidente,

La galassia Exor è però tra i migliori titoli del Ftse Mib: Exor +1,86% e Fca +2,12% dopo i buoni dati sulle immatricolazioni in Francia ma soprattutto l’accordo con Google per l’auto senza conducente e la comunicazione da parte della società di aver provveduto, dal 1° maggio, alla distribuzione anticipata ai soci delle azioni ordinarie detenute in Rcs. Il titolo editoriale sale balza del 4,8%, in attesa anche degli sviluppi dell’Opa di Cairo.

In vetta spicca però il lusso con Luxottica che balza del 3,76% dopo le indicazioni sulle vendite del primo trimestre e la conferma della crescita delle vendite per fine anno del 5-6%. Moncler +2,97%.

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