Rabbia doveva essere e rabbia è stata. Anzi, forse sarebbe il caso di parlare di furia visto il modo con cui il Napoli ha battuto il Bologna, un 6-0 talmente roboante da non ammettere diritto di replica. Una vittoria che, a meno di inimmaginabili colpi di scena, non cambierà il destino dello scudetto, ormai indirizzato verso la Torino bianconera, ma che quantomeno riporta un po’ di buonumore in casa azzurra.
Le sconfitte di Udine e Milano, oltre alla squalifica di Higuain, potevano lasciare il segno in modo indelebile, invece la banda di Sarri (ancora in silenzio stampa) è ancora viva e non vuole rovinare in nessun modo una stagione comunque ottima. Diverso il discorso per il Bologna, ormai lontano parente di quella squadra vispa e tignosa di qualche mese fa.
Il 19 febbraio scorso i rossoblu erano stati capaci di fermare la Juventus sullo 0-0, unici a riuscire nell’impresa di non perdere contro l’armata bianconera: da allora però sono arrivate 5 sconfitte e 3 pareggi, un ruolino di marcia pessimo che ha rimesso in discussione una salvezza che sembrava scontata (il Frosinone terzultimo, con una partita in meno, è a soli 6 punti).
“E’ una sconfitta vergognosa che ci deve far riflettere molto – il commento di Donadoni. – Ora i giochi dipendono da noi, dobbiamo ripartire subito e non farci intimorire dalla classifica”. Più o meno quello che, con le dovute proporzioni, toccava al Napoli di Sarri, colpito nel morale dalla sconfitta di San Siro e atteso dal big match contro la Roma.
Gli azzurri però hanno mostrato subito un gran voglia di rivalsa e hanno dominato sin dal primo minuto, senza se e senza ma. Grandi protagonisti sono stati due che, solitamente, guardano i compagni dalla panchina: Manolo Gabbiadini e Dries Mertens, rispettivamente riserve di Higuain e Insigne.
I due hanno sfruttato al meglio l’occasione segnando ben 5 dei 6 gol con cui il Napoli ha sommerso il Bologna. Ad aprire le danze è stato il “vice Pipita” dopo appena 10’ e sempre lui ha trovato il 2-0 su rigore al 35’. Nella ripresa invece è salito in cattedra il belga, autore addirittura di una tripletta (58’, 80’ e 88’) prima che David Lopez trovasse il punto esclamativo sui titoli di coda (90’).
Questa sera sarà il turno della Roma, chiamata a vincere a tutti i costi per tenere vivo il sogno secondo posto, ma soprattutto per difendere il terzo dagli assalti dell’Inter. Partita tignosa quella dell’Olimpico (ore 20.45), contro un Torino reduce da 3 vittorie consecutive e con la testa sgombra da pressioni di qualsiasi tipo.
Le insidie sono tante, anche in virtù del calo dell’ultima settimana (solo 2 punti tra Bologna e Atalanta), eppure la partita ha occupato pochissimo spazio nella vigilia romanista, totalmente riempita dal caso Spalletti-Totti.
“Ci siamo già chiariti ieri, per me è tutto risolto – ha provato a glissare il tecnico in conferenza stampa. – Io devo far rispettare le regole e questo vale per tutti, sul primo gol preso a Bergamo eravamo distratti ed è mio dovere richiamare il gruppo. Quando faccio la formazione scelgo sempre per vincere, l’ho messo in campo ogni volta che c’era da ribaltare la partita e sono contento che abbia fatto bene. Io ne vorrei altri 4 o 5 forti come lui, ora però dobbiamo pensare al Torino”.
Difficile però che l’ambiente lo segua, nel senso che il Capitano catalizza l’attenzione come nessun altro e certamente più dei granata di Ventura, per quanto, come detto in precedenza, il match odierno sia tutt’altro che scontato. Ma la vittoria è fondamentale, sia per non perdere di vista il Napoli (lunedì ci sarà lo scontro diretto) che per non dare ulteriori speranze di rimonta all’Inter, ecco perché all’Olimpico servirà la vera Roma.
“I nostri problemi sono soprattutto di equilibrio – ha spiegato Spalletti. – Il Torino potrebbe crearci delle difficoltà, Ventura è un maestro di calcio che sa dare impronta e stile alle sue squadre. Dovremo fare attenzione ed essere molto bravi”. Rispetto a Bergamo dovrebbero esserci diverse novità, su tutte il rientro di El Shaarawy dal primo minuto.
Il 4-2-3-1 giallorosso vedrà Szczesny in porta, Florenzi, Manolas, Rudiger e Digne in difesa, Keita (Pjanic è indisponibile) e Nainggolan a centrocampo, Salah, Perotti ed El Shaarawy sulla trequarti a supporto dell’unica punta Dzeko, chiamato a riscattarsi dopo i brutti errori di domenica scorsa.
Ventura, ancora privo di Immobile e Maxi Lopez, risponderà con Padelli tra i pali, Maksimovic, Glik e Moretti nel reparto arretrato, Zappacosta (favorito su Bruno Peres), Obi, Gazzi, Baselli e Gaston Silva in mediana, Belotti e Martinez in attacco.