La corsa verso lo scudetto ricomincia. La Juventus riceve la Lazio (ore 20.45) con la consapevolezza di aver quasi completato la missione tricolore, ormai frenata solo dalla matematica. Con due vittorie tra stasera e domenica (a Firenze) la festa potrebbe diventare ufficiale, a patto che il Napoli (di nuovo a meno 6 dopo il successo col Bologna di ieri) non risponda nello stesso modo all’Olimpico contro la Roma. In quel caso tutto verrebbe rimandato alla domenica successiva (a Torino contro il Carpi) e allora sì che il 32esimo scudetto, il quinto consecutivo, potrebbe diventare realtà.
“Non abbiamo ancora vinto niente – ha glissato Massimiliano Allegri. – Prima conquistiamo il titolo, poi penseremo alla finale di Coppa Italia. Applausi e complimenti, insomma, prendiamoceli solo a fine maggio”. La solita tattica “da pompiere” prosegue imperterrita, per quanto nessuno, nemmeno nello stesso spogliatoio bianconero, si aspetti più sorprese negative. Certo, Lazio e Fiorentina non sono gli avversari più morbidi del campionato, tanto più che sembrano essersi riprese dopo il periodo di crisi attraversato recentemente.
I biancocelesti hanno ritrovato mordente con l’arrivo di Simone Inzaghi, sin qui autore di due vittorie consecutive in altrettante gare con Palermo e Empoli. Ma con tutto il rispetto per siciliani e toscani la Juve è un’altra cosa, a maggior ragione nel fortino inespugnabile dello Stadium. “Conosciamo la loro forza, hanno vinto 24 partite nelle ultime 25 giocate – ha sospirato il tecnico laziale. – Per fare risultato servirà una prestazione incredibile, noi però abbiamo tanta voglia e proveremo a fare la nostra gara”.
Sulla carta, come sempre del resto, i bianconeri sono favoritissimi. Lo sa bene anche Allegri che però, complice una buona dose di scaramanzia, preferisce non sbilanciarsi in pronostici pericolosi. “La Lazio lotta per l’Europa League e comunque nel calcio non c’è nulla di scontato – ha ribadito in conferenza stampa. – Il Barcellona insegna, continuano ad avere un grande gioco ma hanno perso la tranquillità psicologica. Per questo voglio vincere il campionato il prima possibile”.
Il tecnico, complice l’infortunio di Marchisio (operato ieri, tornerà minimo tra 6 mesi), dovrà cambiare la formazione vista domenica col Palermo, senza però rinunciare al 3-5-2. In difesa, davanti alla porta di Buffon, confermatissimi Barzagli, Bonucci e Rugani, in mediana la cabina di regia sarà affidata a Lemina (favorito su Hernanes), con Khedira e Pogba al suo fianco e Lichtsteiner e Alex Sandro sulle fasce. Là davanti, squalificato Morata, dovrebbero esserci i soliti Mandzukic e Dybala, per quanto Zaza scalpiti e nutra qualche chance di giocare.
Decisamente meno scelta per Simone Inzaghi, costretto a rinunciare agli acciaccati Candreva e Matri: il suo 4-3-3 vedrà Marchetti tra i pali, Basta, Mauricio, Gentiletti e Lulic nel reparto arretrato, Milinkovic-Savic, Biglia e Parolo in mediana, Felipe Anderson, Djordjevic (Klose non è al meglio ma sarà comunque in panchina) e Keita nel tridente offensivo.