Gli italiani hanno bocciato il referendum sulle trivelle: ha votato solo il 32,15% degli aventi diritto e perciò il quorum non è stato raggiunto e il referendum non è valido. Le piattaforme per le estrazioni di petrolio nei nostri mari, che danno lavoro a 11 mila persone (20 mila con l’indotto), resteranno perciò in funzione fino all’esaurimento dei giacimenti.
Esulta il premier Matteo Renzi, che aveva raccomandato l’astensione: “Hanno vinto i lavoratori delle piattaforme. Brindo a loro. Ha perso chi ha voluto la conta a tutti i costi. Il messaggio di questo referendum è che la demagogia non paga e che la vecchia politica ha perso”.
Renzi trae dal risultato di ieri buoni auspici per il ben più importante referendum di ottobre sulla nuova Costituzione e sulla riforma del Senato da cui dipenderà anche il suo futuro politico e quello della legislatura.
Ovviamente tra chi ha votato nel referendum di ieri è prevalso il Sì alla chiusura delle piattaforme alla scadenza delle concessioni con l’85,7% dei voti contro il 14,25 dei No, ma solo in Basilicata si è raggiunto il quorum.
Di circostanza le reazioni degli sconfitti. Emiliano, il Governatore della Puglia, che ha promosso il referendum e guidato la campagna del No, ha parlato di “successo” e ha invitato il Governo a “tener conto degli italiani che si sono presentati al voto”. Dello stesso tenere le reazioni di Grillo e delle altre opposizioni.