Crescono le Pmi quotate e cresce l’interesse degli investitori. Durante l’Aim Investor Day organizzato da Ir Top lo scorso giovedì in Borsa Italiana si sono collegati in streaming in media circa 400 investitori e operatori, con picchi di 1000 in alcune fasi della giornata. Analisti e operatori hanno assistito alla presentazione dei risultati e dei piani industriali di un gruppo di realtà quotate sul mercato alternativo di Piazza Affari dedicato alle Pmi: da Enertronica a Modelleria Brambilla, da Mailup a Masi Agricola, da Mc Link a Bio-On, per citarne solo alcune. Due di queste erano tra l’altro in fase di roadshow: 4Aim Sicaf e Mirabello Carrara.
Nell’azionariato delle società Aim Italia sono presenti 91 Investitori Istituzionali, di cui 46 italiani (51%) e 45 esteri (49%), con un investimento complessivo pari a 286 milioni di euro e 335 partecipazioni complessive. Il valore medio della singola partecipazione è pari a 0,9 milioni di euro. Il principale investitore a livello internazionale è lo svizzero Patrimony 1873 che, attraverso White Fleet III Globes Italy Equity Star, primo fondo estero dedicato all’Aim Italia, detiene 22 partecipazioni. L’investitore italiano più attivo è AcomeA Sgr, che detiene 25 partecipazioni, seguito da Zenit Sgr (20).
“L’Aim sta dimostrando di crescere, anche sul fronte di nuove iniziative di investimento specializzate e rappresenta una concreta fonte alternativa di capitale per la crescita delle Pmi – ha detto Anna Lambiase, amministratore delegato di IR Top, società di investor relations specializzata sull’Aim – dal 2009 il totale delle risorse raccolte in Equity è stato pari a Euro 800 milioni, divisi tra investitori istituzionali e canale privato”.
I NUMERI DELL’AIM
Al 7 aprile la capitalizzazione del mercato Aim Italia ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro. La raccolta in equity da Ipo delle 74 società quotate e attualmente incluse nell’indice Ftse Aim Italia è pari a 749 milioni di Euro. Un dato che sale a 805 milioni considerando la raccolta cumulata in equity da Ipo dal 2009, divisi tra investitori istituzionali e canale privato. E i dati sono in accelerazione. Se si restringe il campo al 2015 e il 2016 il valore della raccolta si attesta 312 milioni, quasi il 40% di tutta la raccolta dal 2009. Le Ipo sono state 3 nel 2016 e 22 nel 2015, per un totale di 25, circa un terzo delle aziende oggi quotate. Quante sono le risorse medie richieste al mercato? La raccolta mediana è stata pari a 5,3 milioni di Euro (10,0 milioni di euro il dato medio) con il 45% delle società che ha raccolto meno di Euro 5 milioni, per un flottante medio del 25%. Finanza, Green e Digital sono stati i settori con la raccolta maggiore.
FONDAMENTALI IN CRESCITA
Per capire l’effettivo successo o meno dell’Aim, i numeri sulle nuove Ipo vanno accompagnati dalla verifica dei fondamentali delle realtà che chiedono soldi al mercato. Su questo fronte il campione delle società che è intervenuto all’Investor Day ha mostrato dati in crescita con in ricavi in progresso del 36% sul 2014 e un margine Ebitda al 19%. “Le società che oggi abbiamo presentato all’AIM Investor Day – ha spiegato Lambiase – dimostrano solidi fondamentali; i bilanci 2015 mostrano ricavi in crescita del 36% e marginalità media del 19%. Tutte le società industriali hanno chiuso i bilanci in utile e la metà distribuisce dividendi. I revenue model segnano una componente estera in crescita; le linee strategiche del 2016 annunciate dalle società sono orientate al consolidamento dello sviluppo internazionale, a investimenti in innovazione e tecnologia e ottimizzazione delle strutture operative e attività di M&A”. Durante l’Investor Day Ir Top ha assegnato il premio “Best Ipo Innovative Project 2016” a Gigitouch (digital marketing), Piteco (software house) e Siti B&T Group (impianti per l’industria ceramica).