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Summit banche: aumenti e Npl, allo studio il doppio scudo

Dal tavolo tecnico-politico di martedì potrebbe prendere forma un doppio veicolo, di natura rigorosamente privatistica (coinvolgendo banche, Fondazioni e Cdp) chiamato a intervenire sui due punti deboli del sistema bancario italiano: gli aumenti di capitale e le sofferenze – Gros-Pietro (Intesa) frena: “Se ne deve ancora parlare con l’Ue”.

Summit banche: aumenti e Npl, allo studio il doppio scudo

Banche sotto attacco, arriva il doppio scudo. Dal tavolo tecnico-politico di martedì potrebbe prendere forma un doppio veicolo, chiamato a intervenire – con tempi e modalità differenti – su quelli che sono considerati da più parti, e soprattutto dal mercato, i due punti deboli del sistema bancario italiano: gli aumenti di capitale e le sofferenze.

Allo studio ci sono in ogni caso strumenti di natura privatistica, perché un intervento pubblico non è ipotizzabile in un momento del genere. Di qui l’obiettivo di coinvolgere le banche, le Fondazioni (ieri c’era anche il presidente Acri, Giuseppe Guzzetti), la Cdp eventualmente per una quota di minoranza e forse gli altri – pochi – portatori sani di capitale in Italia: casse previdenziali, assicurazioni, fondi. L’ipotesi non è stata al momento ancora discussa con l’Unione europea, come ha ricordato oggi al Salone del Risparmio di Milano il presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, il quale ha inoltre auspicato che non si proceda ad un “recupero accelerato ed energico” dei crediti problematici, che metterebbe in difficoltà le banche e i loro clienti, soprattutto le Pmi, quelle maggiormente gravate dalle sofferenza.

In ogni caso, a quanto risulta finora ci sarà da una parte lo strumento che si occuperà di garantire gli aumenti di capitale delle banche, permettendo così il raggiungimento dei ratio patrimoniali imposti dalla Bce. Dall’altra dovrebbe invece agire un fondo che acquisterà crediti deteriorati e si finanzierà sul mercato emettendo Abs, avvalendosi della garanzia pubblica per le tranche senior. Separatamente, i due soggetti agiranno secondo uno schema non molto diverso da quello proposto da Apollo per Carige: acquisto a prezzi bassi degli Npl, gestione proattiva con l’obiettivo di ottenere recuperi soddisfacenti e finanziamento con risorse fresche del gap di capitale che si viene a creare alla cessione delle sofferenze a valori inferiori di quelli di carico.

Il veicolo specificamente dedicato alle garanzie sugli aumenti sarà quello che dovrà partire prima: il primo banco di prova sarà la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza, che a meno di (ormai improbabili) altolà di Consob, giovedì dovrebbe lanciare il pre marketing, e la forchetta di prezzo per l’aumento sarà comunicata intorno alla metà di aprile. La quotazione in Borsa è attesa per i primi giorni di maggio, ad aumento avvenuto. Se non si raccoglieranno tutti i gli 1,75 miliardi necessari dovrebbe intervenire Unicredit che però medita di tirarsi indietro: di qui, appunto, la probabile necessità di affiancare nel consorzio anche il nuovo veicolo di garanzia.

Lo “scudo” per gli Npl secondo gli obiettivi emersi dovrebbe avere un ruolo di vero e proprio fondo di investimento focalizzato sull’acquisizione di crediti deteriorati, un po’ sulla scia dei grandi fondi internazionali. A fronte dell’esborso per l’acquisizione di Non performing loans, il fondo privato si finanzierebbe sul mercato emettendo Abs. Resta da decidere quale quota debba essere coperta dall’emissione di obbligazioni senior, quale dalla tranche mezzanina e quale dall’equity.

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