E’ giunto il momento di eleggere il nuovo numero uno di Confindustria. A contendersi il ruolo di presidente saranno Vincenzo Boccia, Ad delle Arti Grafiche di Salerno, e Alberto Vacchi, bolognese, alla guida del gruppo Ima. Giovedì 31 marzo, i 198 componenti del Consiglio generale saranno chiamati a scegliere il proprio candidato, ponendo fine a mesi di dibattiti e polemiche.
Entrambi i contendenti, ad oggi, sembrano avere buone possibilità di riuscita (nonostante in base alle indiscrezioni, Boccia sembri avere un leggero vantaggio) grazie anche alla presenza di sponsor eccellenti che non hanno mancato di dare apertamente il loro sostegno al loro “preferito”.
Solo per fare i due esempi più eclatanti, Boccia è sostenuto da Emma Marcegaglia (oltre che da Luigi Abete), convinta che sia l’uomo giusto per dare un segno di continuità e proseguire l’opera posta in essere da Giorgio Squinzi nel corso degli ultimi anni.
Sul fronte opposto troviamo Gianfelice Rocca, numero uno di Assolombarda, che invece vede in Alberto Vacchi l’uomo giusto per inaugurare quella svolta di cui Confindustria avrebbe bisogno per “risorgere” e prosperare.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Boccia ha riassunto i propri obiettivi: «La nostra è un’idea di un’associazione concentrata sullo sviluppo di fattori di competitività orizzontali: energia, riforma dello Stato, relazioni industriali, infrastrutture, credito, Sud, digitale. Una politica dei fattori e non dei settori». Non solo: nel caso in cui diventasse presidente, l’ex leader della Piccola e Media Industria cercherà di riportare Fiat a Viale dell’Astronomia, aprendo parallelamente un tavolo di confronto con Finmeccanica. Altro punto centrale del suo programma è la riforma del sistema contrattuale: una questione di fondamentale importanza che, in base a quanto dichiarato da Boccia, incide sulla competitività. Lo scopo è quello di “fissare delle chiare regole d’ingaggio”.
Nel corso degli ultimi 15 anni il costo del lavoro per unità di prodotto è salito del 30% rispetto alla Germania, per questo motivo, secondo l’Ad di Arti Grafiche, occorre apportare dei cambiamenti importanti al fine di dare una spinta al sistema produttivo e alle relazioni industriali. Una riforma che a livello aziendale passa per un “doppio binario”, per uno scambio tra salari e produttività/ flessibilità; “solo così – ha affermato Boccia nel corso di un’intervista a Repubblica – permetteremo alle nostre imprese di crescere, vendere nel mondo, aumentare l’occupazione ed i salari in proporzione agli incrementi di produttività e quindi anche la domanda interna, creando il circolo virtuoso dell’economia”.
Per Vacchi invece, che ha dalla sua molte imprese del Nord e dell’Emilia oltre ai sindacati ed all’industria metalmenccanica, le parole chiave sono attrattività e sostenibilità. Obiettivi da raggiungere stringendo una stretta alleanza tra imprese che dovranno diventare una «filiera capace di farsi sistema», ma anche tra produttori allo scopo di irrobustire la ripresa e dare una svolta all’intero Paese. Anche il numero uno di Ima all’interno del suo programma, indica come impegno primario quello di riformare la contrattazione allo scopo di “riuscire a dare alle imprese di ogni dimensione e settore una “scatola degli attrezzi” – costruita a livello interconfederale – dalla quale ogni azienda possa scegliere il modello di contrattazione più coerente con le proprie esigenze.”
Per quanto riguarda il futuro di Confindustria, Vacchi non sembra avere dubbi: nel caso in cui diventasse presidente avvierebbe un rinnovamento organizzativo, attuando pienamente la riforma Pesenti “con gli opportuni correttivi” e soprattutto cercando di coinvolgere i giovani imprenditori italiani. “È un cambio di mentalità che ci serve”, ha spiegato Vacchi. L’Advisory Board dovra diventare la vera “cabina di programmazione per territori (raggruppati in macro aree), categorie e grandi aziende”, mentre alla squadra di presidenza verranno assegnate delle aree di cui riferire, al fine di coinvolgere nell’agenda di Viale dell’Astronomia, tutti gli associati, grandi e piccole imprese.
Ricordiamo che dopo il voto del 31 marzo, con scrutinio segreto,il consiglio generale sarà chiamato a votare la squadra nel corso della riunione del 28 aprile. Successivamente l’assemblea privata del 25 maggio eleggerà il nuovo presidente. Il 26 mattina si terrà l’assemblea pubblica: oltre all’intervento del nuovo numero uno tradizionalmente è previsto anche un discorso da parte del ministro dello Sviluppo.