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Telecom e le Popolari scaldano la Borsa

Cattaneo (Ntv) verso la guida di Telecom Italia: oggi il Cda per le dimissioni di Patuano – Domani i cda di Bpm e Banco Popolare: nozze più vicine con possibile aumento di capitale o più cessioni – Apple non entusiasma la Borsa americana – Balzo di Exor – Gli analisti sostengono Eni – Allarme Moody’s su Brexit

Telecom e le Popolari scaldano la Borsa

Le banche centrali provano a riprendere le redini dei mercati dopo l’avvio vorticoso del 2016. E così, una volta recuperate le perdite di inizio 2016, arrivano i primi inviti a non strappare. A frenare le attese della speculazione globale ci hanno pensato ieri sera Dennis Lockhart e John Williams, rispettivamente presidenti della Fed di Atlanta e San Francisco: non è da escludere, hanno detto, un aumento dei tassi ad aprile.

Il segnale è stato sufficiente a rallentare la corsa dei listini asiatici, complice il rimbalzo del dollaro (1,1237 sull’euro). Frenano così, dopo una striscia positiva di sette sedute, le Borse cinesi: Shanghai (-0,4%) ha comunque recuperato i livelli di gennaio, prima del grande ribasso. Copione diverso a Tokyo (+2,1%), chiusa lunedì, che ha tratto immediato beneficio dal calo dello yen e dai dati negativi sulla produzione industriale. Gli operatori sono convinti che la Banca centrale non potrà che varare nuovi stimoli monetari.

Anche Wall Street, affaticata da cinque settimane consecutive di rialzo, si è limitata a consolidare le posizioni raggiunte: Dow Jones e S&P 500 +0,1%, Nasdaq +0,3%.

IL NUOVO IPHONE NON SCALDA LA BORSA USA

Piatta Apple (-0,01% a 105,91 dollari) dopo la sfilata delle novità. La Mela ha presentato un iPhone di dimensioni più piccole e a prezzo più contenuto rispetto agli ultimi modelli, ma con prestazioni simili. Scende di 100dolalri (a 299) il prezzo dell’iWatch. Ma gli analisti dubitano che le mosse riusciranno a contrastare il calo tendenziale delle vendite nel 2016.

Da rilevare il mega-accordo nel campo dei dati finanziari. Il gruppo IHS (+6,1%), specializzati nella fornitura di informazioni su natura economica e finanziaria, ha messo a segno un rialzo del 6,1% dopo la notizia della fusione con Markit, a sua volta +8,4%, l’emittente dei credit default swap. L’operazione, carta contro carta, porta alla nascita di un gruppo da 13 miliardi di dollari di valore.

ALLARME MOODY’S SUL BREXIT. STERLINA GIU’

Seduta all’insegna della debolezza per le Borse europee: Londra è scesa dello 0,1%, Parigi ha perso lo 0,7%. La Borsa di Francoforte ha chiuso in parità, con i titoli della chimica protagonisti della seduta. Basf è salita dello 0,6%, Bayer +3,2%: i due gruppi sono oggetto delle avances dell’americana Monsanto, che secondo indiscrezioni avrebbe avanzato proposte per comprare attività dell’uno e dell’altro.

La nota più critica riguarda la sterlina. Moody’s ha lanciato l’allarme sulle conseguenze del Brexit che, nel frattempo, acquista consenso grazie anche ai timori di una spaccatura nel partito conservatore al governo in vista del referendum di giugno. Attenzione oggi ai dati macro: alle 10 saranno pubblicato l’indice Ifo di marzo e i Pmi di marzo (composito, manifatturiero e servizi) dell’Eurozona mentre alle 11 toccherà allo Zew tedesco. Nel pomeriggio (14:45) ci sarà poi l’indice Pmi manifatturiero di marzo americano.

MILANO+0,4%. IL TESORO OFFRE 4,5 MILIARDI DI CTZ E BTPEI

Copione in parte diverso per Piazza Affari (+0,4%), sostenuta dalla ripresa dei titoli bancari e dal cambio della guardia in Telecom. Giornata incolore per i titoli di Stato. Lo spread Btp/Bund si mantiene a 106 pb, il rendimento del decennale è di 1,259%. Il Tesoro ha comunicato ieri sera che il giorno 24 offrirà: da 2,5 a 3 miliardi del nuovo Ctz 28/3/2018; da 500 milioni a 1,5 miliardi complessivi della diciottesima tranche del Btpei 15/9/2041 e della trentesima tranche del Btpei 15/9/2026.

Tra il 4 e il 7 aprile prossimi sarà a disposizione degli investitori il nuovo Btp Italia, titolo indicizzato all’andamento dell’inflazione nazionale. L’emissione ha durata otto anni e scadenza aprile 2024.

BANCHE, SOLO DOMANI I CDA DI BPM E BANCO POPOLARE

Piazza Affari scommette che il matrimonio tra le Popolari si farà. Il Banco Popolare, miglior blue chip di giornata, ha recuperato il 6%, a 7,25 euro, dopo aver chiuso la scorsa settimana con una caduta del 14%. Nel frattempo Banca Popolare Milano ha guadagnato il 3,4%.

Si sono riaperti i giochi per la fusione tra i due istituti, grazie anche al pressing del governo. Sono così salite le probabilità che oggi i Cda annuncino un memorandum of understanding o quantomeno la continuazione delle trattative sulla base delle condizioni richieste dalla Bce. Al proposito l’ad del Banco, Pier Francesco Saviotti, ha detto sabato in assemblea: “Noi partiamo dal presupposto che il capitale che abbiamo è robusto ma siccome dalla Bce insistono sulla possibilità di ulteriori miglioramenti, abbiamo preso in considerazione che ci possano essere iniziative sotto l’aspetto di un rafforzamento del patrimonio. Il che non significa necessariamente un aumento di capitale, ma non sono in grado di dire se escluderlo al 100%”. I consigli delle due Popolari si terranno domani e non oggi come previsto.

In forte ripresa l’intero comparto del credito. Il paniere italiano del settore avanza dell’1,5% a fronte di un comparto europeo debole (-0,5%). Intesa è salita dell’1%, Unicredit +1,3%, MontePaschi +3,9%, Pop. Emilia Romagna +0,8%. Debole Generali (-1,17%): Equita Sim ha ridotto il prezzo obiettivo a 16,2 da 19 euro, confermando la raccomandazione hold. Clamorosa staffetta ad Axa: dopo 27 anni lascia Henry de Castries che andrà a dirigere l’inglese Hsbc. Al suo posto si insedia Thoms Buberl, già numero uno delle attività tedesche.

CATTANEO VERSO TELECOM. OGGI I CONTI MEDIASET

Al centro dell’attenzione anche la partita della convergenza tra tlc e tv. Balzo in avanti di Telecom Italia, +3,1% a 1,0410 dopo aver toccato un massimo a 1,0520. E’ stata questa la reazione del mercato al cambio della guardia nell’ex incumbent delle tlc. Ieri mattina la società ha confermato le dimissioni dell’amministratore delegato Marco Patuano che, salvo sorprese, dovrebbe essere sostituito da Flavio Cattaneo, attuale ad di Italo. L’ad dimissionato è stato convocato domani in Consob.

Nella prima parte della seduta gli acquisti si sono concentrati anche su Mediaset. Il titolo è così salito bruscamente fino a 3,8780 euro (+2%), salvo poi perdere slancio dopo che Silvio Berlusconi, in un intervento alla radio, ha ridimensionato la portata dei possibili accordi del Biscione con Vivendi, socio di riferimento di Telecom. Alla fine della giornata la controllata Fininvest ha perduto quasi l’1% chiudendo a 3,74 euro. Secondo Repubblica, al contrario, è possibile un’intesa a 360 gradi, con scambio azionario con il gruppo Bolloré. Intanto il mercato attende i conti della società tv, oggi all’esame del Cda: sarà la prima occasione per avere un consuntivo sull’andamento di Premium.

I tempi, comunque, stringono. “Se Vivendi vuole proporsi come alternativa a Netflix – scrive The Economist – deve muoversi in fretta, vista la rapidità dell’espansione del gruppo Usa”. Frena intanto Inwit (-2,63%), la società delle torri di Telecom contesa tra Ei Towers (+0,40%) e l’accoppiata F21-Cellnex. In ribasso anche Raiway (-0,7%).

BALZO DI EXOR, FRENA FCA

In grande evidenza Exor, su del 3,8% a una quotazione che non vedeva da metà gennaio a 31,91 euro (il titolo perde il 23% da inizio anno). Stamattina Kepler-Cheuvreux ha rafforzato il giudizio Buy, alzando il target price a 34 euro da 28 euro precedente.

Prese di beneficio invece su Fiat Chrysler (-0,42%). Venerdì scorso, a Borsa chiusa, S&P ha annunciato di avere migliorato il rating del gruppo a BB da BB-, dopo che il gruppo ha completato l’operazione che le consente un accesso totale alla liquidità di Fca USA (Chrysler) pari a 10,4 miliardi di euro.

GLI ANALISTI SOSTENGONO ENI, TONFO DI SAIPEM

Tra i petroliferi, Eni ha chiuso invariata, Rbc Capital ha alzato la raccomandazione a Outperform da Sector Perform, target price a 16 euro. Complessivamente Eni prevede di realizzare nuove dismissioni per 7 miliardi di euro, la gran parte nei prossimi due anni. Tenaris -0,4%. Saipem -3,4%: Canaccord Genuity ha tagliato il target price a 0,45 euro da 0,65 euro, confermando il giudizio Hold.

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