Avanza la digitalizzazione della Pubblica amministrazione italiana. A dirlo è la ricerca dell’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano presentata questa mattina a Roma al convegno “Dall’Italia all’Europa, confrontarsi per migliorare”. Secondo la ricerca nel 2015 circa metà degli enti della PA ha sviluppato progetti di eGovernment e rispetto all’anno procedente è migliorata la capacità delle iniziative di innovazione di raggiungere i risultati desiderati (+65%) e di mantenerli nel tempo (+20%).
Nel corso del 2015, inoltre, è raddoppiato il numero dei Comuni che ha adottato una soluzione a riuso (dal 16,6% al 33,7%), mentre crescono del 35% gli enti con un referente politico per i progetti di innovazione e dell’85% quelli con un’area organizzativa dedicata (pur rimanendo su valori ancora limitati).
Sul successo delle iniziative, secondo il rapporto, pesano molto le resistenze al cambiamento del personale e la scarsa formalizzazione dei processi di back office, requisito fondamentale alla digitalizzazione. Un esempio è il caso di PagoPA, chiamato a risolvere il problema della digitalizzazione dei pagamenti alla Pubblica Amministrazione a cui a gennaio 2016 avevano aderito già più di 13.000 enti, ma l’assenza di software gestionali rischia di costituire un freno alla diffusione.
Del resto, negli acquisti della PA manca un processo strategico e continuativo: nel 54% dei casi la programmazione dei fabbisogni d’acquisto è su base annuale e solo in un ente su cinque l’attività è supportata da un gestionale informativo. L’81% degli Sportelli Uniti delle Attività Produttive ha almeno un canale telematico per l’avvio dei procedimenti, ma persistono molte differenze tra le Regioni. E seppure il 63% dei procedimenti degli Sportelli è avviato in modalità telematica, ancora il 15% delle pratiche è in formato cartaceo o privo di certificazione.
Non solo le amministrazioni, ma anche l’utenza non sembra essere del tutto pronta al cambiamento. Oltre l’80% dei cittadini predilige ancora i canali tradizionali per pagare alla PA multe e sanzioni, trasporti pubblici e ticket, iscrizioni scolastiche, mensa e tasse, anche se per il futuro oltre metà è disposto a pagare con alternative al contante. Il sentiment nei confronti degli Open Data è prevalentemente positivo (70%) e nettamente superiore a quello nei confronti della PA in generale (48%).
Proprio oggi l’Inps ha annunciato che saranno inviate a casa di 7 milioni di lavoratori le buste con la previsione della loro pensione futura e la comunicazione conterrà anche un invito a richiedere l’identità digitale del nuovo Spid per accedere a tutte le funzionalità aggiuntive offerte dal servizio online di simulazione della pensione.