Condividi

Pd: perché la fiducia di Berlusconi sì e quella di Verdini no?

Perchè il Pd accettava tranquillamente i voti di fiducia di Berlusconi ai governi Monti e Letta e ora non dovrebbe accettare i voti “aggiuntivi” di Verdini al Senato? E’ quello che chiede alla minoranza dem il capogruppo del Pd al Senaro, Luigi Zanda, in un’intervista a “IL Sole 24 Ore” – Ma la risposta è semplice: i voti di Verdini rendono ininfluente la minoranza bersaniana

Pd: perché la fiducia di Berlusconi sì e quella di Verdini no?

Perchè il Pd dovrebbe respingere al Senato i voti “aggiuntivi” del gruppo di Denis Verdini dopo aver sempre accettato senza problemi i voti di fiducia ai governi Monti e Letta di Silvio Berlusconi, con cui il Pd ha anche governato per salvare la legislatura? E’ quanto polemicamente chiede alla minoranza dem il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, che, dati alla mano (37 i voti di fiducia accordati da Berlusconi ai governi Monti e Letta), tende a far esplodere le contraddizioni in seno alla minoranza bersaniana del suo partito che vorrebbe addirittura un congresso straordinario per esorcizzare eventuali future maggioranza allargate ai transfughi di Forza Italia.

La verità è molto semplice e sfida la coerenza della minoranza Pd: è evidente che non ha senso condannare l’avvicinamento “non determinante” di Verdini alla maggioranza di governo dopo aver in precedenza votato e addirittura governato con Berlusconi e tutta Forza Italia se non con la preoccupazione della minoranza dem di perdere potere contrattuale nei confronti di Renzi che ora può disporre della disponibilità di Verdini e dei suoi parlamentari.

Nell’intervista Zanda racconta anche com’è avvenuto il voltafaccia dei grillini sulle Unioni civili che prima volevano votare e poi hanno sorprendentemente cambiato linea a pochi minuti dal voto sulla legge.

Commenta