Dolce&Gabbana, Panini e Toro Rosso sono state individuate dall’ENEA e dal Ministero dello Sviluppo Economico come aziende ambasciatrici dell’efficienza energetica per far conoscere e promuovere, presso l’opinione pubblica e le imprese, la tutela dell’ambiente e il risparmio energetico.
Ai tre gruppi è stato consegnato il riconoscimento in occasione del convegno promosso dall’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile con il Ministero dello Sviluppo Economico per una prima fotografia sulle diagnosi energetiche presentate dalle imprese.
Le tre aziende sono state le prime, nei rispettivi settori, a effettuare il ‘check up’ energetico introdotto dal decreto legislativo (il 102/2014), un obbligo che alla scadenza di legge del 5 dicembre scorso ha coinvolto 7.128 aziende – di cui il 63% circa del settore industria, il 28% del terziario e il 9% del primario – per un totale di oltre 14mila diagnosi energetiche.
“Da un’analisi preliminare della nostra banca dati emerge che nelle imprese è aumentata la consapevolezza che ridurre le spese energetiche significa anche migliorare la competitività sul mercato e che la diagnosi energetica rappresenta uno strumento chiave per ottenere benefici economici rilevanti – ha spiegato Roberto Moneta, responsabile dell’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica dell’ENEA – I riconoscimenti di oggi intendono contribuire a diffondere nel mondo imprenditoriale l’importanza e l’utilità dell’audit energetico”.
Fra le numerose aziende che hanno effettuato la diagnosi energetica nelle scadenze di legge, oltre alle tre già citate, nella giornata di oggi sono intervenute anche Fiat Chrysler, Ama, Poste Italiane, A2A, Enel, Policlinico Gemelli, Campus Biomedico, Fastweb e Investire Sgr.
Dalle prime analisi e catalogazioni avviate da ENEA, emerge che il 94% degli audit, ha riguardato aziende multisito, mentre il restante 6% è riferito ad imprese monosito. Il maggior numero di siti coinvolti riguarda il terziario che rappresenta il 28% del totale delle aziende, ma comprende oltre il 50% (51,29%) dei siti sottoposti a diagnosi, contro il 47,48 % dell’industria e l’1,23% del primario. Il terziario, infatti, è caratterizzato da una pluralità di luoghi (si pensi a grande distribuzione, banche, poste) e, di conseguenza, vanta il maggior numero di diagnosi energetiche.
Nella classifica dei settori più virtuosi per aver effettuato e inviato l’audit energetico entro i termini di legge, ai primi posti, per numero di aziende, quello della plastica e gomma (l’8,69% del totale), alimentare (7,41%), metallurgico (7,17%), produzione di motori (5,48%), chimico (4,23%), commercio al dettaglio (3,69 %) e tessile (3,52%).